6 ottobre 2011

Grazie, no

C’è un aspetto particolare della cerimonia che voglio veramente curare. Che, come direbbe una perfetta wedding planner, deve essere studiato, deve rappresentarci, deve parlare di noi. Le letture in Chiesa. 
Per questa cosa voglio spendere del tempo, cogliere l’occasione per riprendermi in mano il libro del catechismo, rileggermi le Scritture e alla fine scegliere con consapevolezza, qualcosa di bello e perfetto. 
Anche perché, dando uno sguardo ai soliti siti dei buoni consigli sul web, si trovano robe aberranti. Pare che la gente, arrivata alla settimana prima del gran giorno, si ricordi all’improvviso che i libretti della Messa il tipografo non te li può stampare finché non gli dici cosa deve scriverci sopra. E allora cercano un qualche brano che possa andare, ponendo come criterio di scelta il fatto che contenga le parole “sposo”, “sposa”, “amore”, “moglie” … roba così. 
Ora, se vi va date pure ragione al mio futuro marito quando mi definisce “l’ultima rimasta delle femministe incazzate”, ma io se mi sentissi proporre certe affermazioni non ce la farei a stare zitta. Io rispondo. Io polemizzo! Non è che siccome quel giorno si può mettere l’abito da damina allora bisogna tornare al medioevo. Guardate un po’ cosa si trova: 
Dal libro di Tobia: “…Tu hai creato Adamo e hai creato Eva sua moglie, perché gli fosse di aiuto e di sostegno” e ancora “…Non è cosa buona che l’uomo resti solo; facciamogli un aiuto simile a lui”: ecco, no. Io non sono il boccia di nessuno. Né la badante, né la colf, a meno che non decida di farlo regolarmente, con ferie, contributi, tfr e tutto quanto. 
Dal libro del profeta Osea: “mi chiamerai: Marito mio, e non mi chiamerai più: mio padrone”. Grazie caro, la disponibilità è la tua dote migliore. “Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell'amore, ti fidanzerò con me nella fedeltà e tu conoscerai il Signore”. Amò, pure io stasera a casa ti faccio vedere tutti Santi del Paradiso. Amen. 
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini: “Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa. E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto”. Guardate, io su questa buona proposta ci penso su ancora un attimo. Voi intanto andate a pranzo, pigliatevi la bomboniera, fate pure senza di me che poi magari arrivo.