29 dicembre 2009

Postulato

"Qualsiasi cambiamento si richieda, può essere provocato mediante l’applicazione di un giusto grado d’una certa forza nel giusto modo attraverso il giusto mezzo ad un giusto oggetto"

J. Sabellicus, "Iniziazione all'Alta Magia"


21 dicembre 2009

A passeggio

Pasticcia: "usciamo? usciamo?"
Brodina: "'spetta che dobbiamo mettere il maglioncino"
Pasticcia: "usciamo? usciamo?"
Brodina: "'spetta che dobbiamo mettere la pettorina"
Pasticcia: "usciamo? usciamo?"
Brodina: "spett...."
Pasticcia: "usciamoooooooooooo!"
Brodina: "'arrivoooooooooo..."
Pasticcia: "ehi, guarda: c'è la Lalla, quella del primo piano. Ciaoooo Lallaaaaaa!!"
Brodina: "quella lunatica? meglio lasciar perdere, stiamo qui, zitta... Buonasera Lalla..."
Lalla: "voi due caccole di pulci caccolose, venite qui che vi riuduco a pallette di carne trita, venite qui voi due sottospecie di  nane da giardino, venite qui voi due cacche di topo puzzolenti!"
Pasticcia: "brutta cicciona ora arrivo e ti gonfio come il pallone che sei, vengo lì e ti rispedisco a calci nel tuo gregge, razza di pecorona incociata con una scrofa incrociata con una cacca di mucca puzzolente!"
Brodina: "signore, stiamo calme, poi noi stavamo per l'appunto andando dall'altra parte..." 
Lalla: "vi ammazzoooooo"
Pasticcia: "voglio la tua chiappa grassa per cenaaaaaaa"
Lalla: "in effetti è quasi ora di cena..."
Pasticcia: "già. Tu che mangi?"
Lalla: "mah, che vuoi... mi tengono un po' a dieta ultimamente"
Brodina: "pollo lesso e brodino? è buono..."
Lalla: "cose così. Speriamo nelle feste vada meglio"
Pasticcia: "speriamo nelle feste arrosti, pasta al forno e panettone!"
Lalla: "E cioccolata anche! buona passeggiata, allora, arrivederci a presto!"
Brodina e Pasticcia: "ciao Lalla, buona serata!"

18 dicembre 2009

Ucci Ucci sento odor di cristianucci

Sono una Strega classica, di quelle che non amano mica tanto i bambini. Non che io li bolla nel calderone (ma forse quelli sono i comunisti) o li ingrassi per metterli in forno (sapete che cucino poco); semplicemente non amo stare in mezzo alla loro confusione, preferisco che stiano alla larga dalla mia casetta di marzapane, non mi piace quando si avventano sulla piccola Brodina che, manco a dirlo, ne è terrorizzata.
Eppure ne sono perseguitata. All'inizio della mia attività lavorativa, nel controllo qualità di una grande azienda alimentare, non hanno trovato di meglio che affidarmi la gestione delle visite scolastiche. "Sei fresca di studi, sei giovane e carina, ci costi poco e niente, pascola tu le due scolaresche che tutte le sante mattine vengono in visita allo stabilimento". Una lavoratrice appena arrivata, fresca di studi, pagata poco e niente, ovviamente non ha molte possibilità di opporsi. "Certo", ho detto esitante..."dovrò prepararmi...saranno istituti tecnici? scuole specializzate?". "No, tranquilla, saranno tutti tra la seconda elementare e la prima media". "Ucci Uucci. Che carucci".
E così è cominciato un incubo. Al mattino non avevo neanche il tempo di sedermi tranquilla, bere un caffè e controllare la posta, che già sentivo arrivare nel cortile il temuto pullman, che svuotava su di me il suo caotico e vociante contenuto. Correvano da tutte le parti, si spingevano, tentavano di infilarsi a cinque per volta attraverso una porta che poteva farne passare due, urlavano, raramente salutavano. Anche le maestre salutavano raramente, impegnate com'erano a urlare più forte di quei piccoli mostri.
Alla fine, in qualche modo, le maestre riuscivano a farli entrare e, solo quando c'era il silenzio più assoluto, io mi degnavo di far vibrare le mie delicate corde vocali.
Non ero proprio capace. Cominciavo a parlare di alimenti, trattamenti, normativa, analisi microbiologiche... finchè mi accorgevo che una sessantina di occhioni mi fissavano attoniti e le maestre, perplesse, mi facevano notare che col programma non erano ancora arrivate alla differenza tra sterilità assoluta e strerilità commerciale. A volte capitava una manina alzata, cinque piccole dita aperte a ventaglio e tese all'inverosimile. Una domanda. Una piccola mente interessata. "Dimmi pure". "Ti ho fatto un ritratto, vuoi vederlo?". Ommariavergine dammi la forza.

(potrebbe continuare...)

17 dicembre 2009

Aiuto

Signor C: “Ecco vede signorina, io vorrei informazioni sulle nuove regole per il trasporto di animali.”
Strega: “Sì, in effetti è entrato in vigore un nuovo Regolamento Comunitario, ma non riguarda gli allevatori che trasportano i loro animali a meno di 50 chilometri. Se lei trasporta i suoi capi a breve distanza non ha nessun adempimento burocratico, fermi restando i requisiti di sicurezza stradale e del benessere animale.”
Signor C: “Perchè il mio amico ha fatto un cassone che ci sta la pecora, e io lo volevo montare sul pick-up”
Strega: ...
Signor C: “Signorina, lo sa cos’è un pick-up?”


11 dicembre 2009

Trambusto

Ho pochissimo tempo ultimamente, sto trascurando parecchi impegni e persone, tra cui il mio blog e i miei tre cari lettori. Mi dispiace davvero. Ma proprio non ce la faccio. Prendete ieri: parti dal paesello e vai in città, molla le candistrega a Apprendista, vai al convegno, alzati dal tuo posto ogni 12 minuti perchè il cellulare continua a suonare che sembra impazzito. In realtà è la gente che sembra impazzita, e chiama. Driiin: quello che vuole aprire il caseificio entro Natale, manco dovesse andarci a partorire Maria Vergine. Driiin: l'agriturismo che ha la fobia delle salmonelle e vuole fare analizzare anche la sedia a rotelle della bisnonna che abita di fronte. Driiin: quello che vorrebbe l’autorizzazione per fare le marmellate con la frutta del cugino e la pentola della sorella per poi venderle nel negozio della fidanzata. Driiin: Apprendista che vuole sapere se può usare il mio balsamo per la chioma di Brodina, e intanto Pasticcia gli salta fuori dalla vasca e scappa per casa tutta piena di schiuma.
Vieni via dal convegno, torni a casa e scopri che le candistrega stanno mangiando polenta taragna. È talmente tardi che non riesci nemmeno a cambiarti per andare al corso di tango, toccherà ficcare le scarpe da ballo in mezzo agli atti del convegno e filare. Alla fine sei così stanca che di scrivere il blog proprio, proprio non se ne parla.


29 novembre 2009

Perfetto

Strega: "signora I., per presentare la sua domanda di aggiornamento ho bisogno di sapere gli estremi della sua Dichiarazione di Inizio Attività"
Signora I: "?"
Strega: "la D.I.A. signora, mi deve dire il numero della D.I.A. ..."
Signora I. "Ah! al 7, sempre stato al 7. Strada per il Santuario al 7!"


25 novembre 2009

La mia prima volta. Avete mica consigli?

Pare che ci siamo proprio. Qui si fanno discorsi grossi, impegnativi. Di quelli che mi divertono e mi spaventano, mi fanno sentire come una ragazzina che vuole fare la grande. Qui si parla di ampliare la Casetta di Streghe (mica il blog, però, quella vera) e di farci abitare anche Apprendista. Proprio abitarci sempre, non il solito paio di giorni a settimana. Proprio di trasferirci la sua roba, vestiti, robot da cucina e tutto.
Qui si tratta, diciamolo, di vivere con un uomo.
E io non ho mai abitato nella stessa casa con un uomo. Mai. Proprio nessuno, che mia mamma ovviamente è stata una orgogliosa pioniera del divorzio e io non ho memoria del periodo in cui mio papà viveva con noi. Che con i miei ex, com'è come non è, alla fine non ci ho mai vissuto davvero insieme.Qualche vacanza, qualche giorno da me o da loro, ma sempre con una borsa dove rimettere via tutto e poi sparire. Che perfino i cani e i gatti in casa mia son sempre stati femmine.
Cosa mi devo aspettare? in quali strani oggetti mi imbatterò in bagno? come si fa per la lavatrice? mica dovrò rinunciare alla tenda di perline luccicanti, vero?



17 novembre 2009

Ti presento mamma

Ormai è da un po' che ci conosciamo, caro lettore, ci frequentiamo regolarmente da qualche mese, direi che è giunta l'ora di presentarti la mia mamma. Entra pure in casa, accomodati. Sì, quella cosa è una sedia. Viene da GhrzfdmLandia (e se lì la popolazione locale sta seduta per terra o appesa al soffitto una ragione c'è). Vuoi un tè? come dici? un caffè? NO! tu non puoi volere un caffè, se mamma ha fatto il tè tu devi volere il tè se no si offende. Orsù, conversiamo. E non essere evasivo, se lei ti domanda che voti prendevi a scuola, se ti tingi i capelli, di che colore hai le mutande, perchè ti sei lasciato con la tua ex, ma perchè non metti le mutande di un altro colore che sono più belle, tu rispondi sempre con cortesia e generosità di dettagli. Deve sapere tutto di te. Bevi un'altra tazza di te, da bravo. E prendi una fetta di torta alle fragole. Sei allergico alle fragole? Ma no, non è possibile, c'è qui questa torta così buona. Provala, magari da oggi non sei più allergico, che ne sai? Ti gonfi e il medico dice che rischi di morire se annusi una fragola? Ah, beh, allora non insisto.
Ma guarda la Strega come è tutta seria, oggi, tutta grigia, sei d'accordo?... e pensare che quando era piccola le facevo tanti bei golfini, tanti bei vestitini tutti colorati! Le maestre dell'asilo le facevano i complimenti, sai? Poi è cresciuta, ahimè. C'è stato un periodo al liceo che metteva certe gonne così corte che pareva dovesse fare una visita ginecologica. La rincorrevo per le scale e le gridavo che si era dimenticata di mettere la gonna. Lei si arrabbiava, sai, per i vicini. E ora invece è sempre così, tutta seria...noiosa, no? Senti ma davvero non ti va una fetta di torta, è così buona! Una fettina potrà mica farti male?
Davvero devi già scappare? Ma torna presto, eh? Magari vuoi portarti via una fettina di torta, così la mangi domani a colazione?

11 novembre 2009

Turpiloquio

Come ho accennato qualche tempo fa, io non amo le parolacce. Soprattutto in bocca alle donne. In effetti questa è una delle rarissime questioni in merito alle quali mi pongo con più indulgenza nei confronti degli uomini. Anzi, molto probabilmente è l'unica. Comunque: anche a me scappano, non crediate. Mi scappano soprattutto quando sono sola, quando sto facendo qualche lavoro, manuale o di concetto, che mi crea difficoltà. Raramente mi rivolgo in modo infuocato alle persone, molto più spesso articolo insulti verso oggetti inanimati o concetti astratti.  All'occorrenza me la prendo con il "problema", si tratti di una vite, di un testo che non capisco o di un computer che fa le bizze, con insulti estremamente elaborati. Non so come mi vengano. "Tua mamma e tua sorella e le puttane tutte delle tue parenti", declamo alla tabella excel. "Stronzo malcagato da uno stronzo stitico" allittero contro il cassetto incastrato. "E allora fottiti, fottiti ora e sempre per l'eternità tutta" auspico al vasetto che non ha voluto aprirsi.
E voi? Come vi abbandonate al turpiloquio?



5 novembre 2009

C’è una pazza ai giardinetti

L’altro giorno, ai giardinetti dove Brodina e Pasticcia intrecciano le loro odorose, multiformi e variopinte relazioni sociali, c’era una pazza. Una pazza tutta imbacuccata, avrà avuto tre maglioni uno sopra l’altro, che passeggiando ha imboccato la sterrata, quella che poi si perde verso le colline e i sentieri. Ovviamente se la chiacchierava, da sola come ogni pazza che si rispetti. Dapprima gentilmente, del tipo “come va oggi”, “massìdai abbastanza bene”, “accidenti che freschino”, cose così. Poi ha iniziato ad assumere un tono concitato e a sproloquiare in ambito geografico, è partita dal sud-est asiatico per poi tornarsene in Liguria: “Bang? Kok? Bangkok? Thai che? Dov’è??? Cos’è sto laos??? Vietnam??? C’è la guerra in Vietnam! E se non c’è più la guerra allora c’è qualcos’altro in Vietnam! E allora uno invece non può andare a Bordighera????”
Perfino Brodina e Pasticcia la guardavano allibita. Ma il peggio doveva ancora arrivare. All’improvviso ha sbroccato completamente, ha cominciato a gridare. “Il cellulare!! Tutti hanno il maledetto cellulare! E internet? E le mail? Che se uno non sa mandare una mail allora va al Miramare! Che se uno non si ricorda una password allora va al Miramare ma con la parrocchia, ci va! Col prete che fa l'appello!”. Insomma. Però a mia difesa devo sottolineare che:
1. non parlavo da sola ma avevo l’auricolare e dall'altra parte c’era mia mamma.
2. se vostra madre serafica vi annunciasse che lei settimana prossima parte con cinque sconosciuti per andare dall'altra parte del globo forse un po’ ci rimarreste di sasso.
3. io non dovrei più rimanerci di sasso, dovrei esserci abituata, ma tant'è.
4. se in più cercasse di convincervi che da lì è difficile comunicare, quindi anche se non la sentite per una decina di giorni non vi dovete preoccupare, eh beh, secondo me anche voi a quel punto vi mettereste a gridare in mezzo ai giardinetti.


4 novembre 2009

Ricetta (infallibile) per ritrovare la gioia di vivere e (nientemeno) per recuperare amici e parenti votati al suicidio

Che un bog di Strega è un po' un servizio pubblico e ogni tanto qualche ricetta utile la deve anche sfornare, dico io.
Allora. Sei triste? Fa freddo, fuori piove, è sempre buio anche alle due di pomeriggio e tutto intorno è grigio? Tutto tranne l'orrido pigiamone rosa di Hello Kitty, ovviamente, fedele compagno delle tue serate solitarie...
La tua amica ti è piombata in casa a mezzanotte, grondante di lacrime, pioggia e mascara?
Il tuo fratellino è stato bocciato e l'unica cosa che desidera è avere onorata sepoltura in un campo di cannabis?
Qui ci vuole la pozione della Strega!
Prendete una bella tazza da tè. Metteteci due cucchiai di gelato al cioccolato, di quello nero nero. In casi particolarmente gravi anche tre. Annegate tutto quanto con il liquore al gianduiotto. Sì, proprio col "Bicerin"... ogni Strega ha diritto di scegliersi gli ingredienti che meglio crede. Annegate tutto tutto, mi raccomando.
Tuffate il cucchiaino e procedete.
In caso di soggetti già defunti aggiungere una spruzzata di panna montata, talvolta risorgono.




1 novembre 2009

La Festa delle Streghe

Adoro questo periodo dell'anno.
Questi due giorni per me sono stati una vera Festa delle Streghe, fatta di passeggiate nei boschi, di amiche carissime e amici lontani, di alette di pipistrello, scope e cappellacci neri, di vino e di balli, di té caldo e sciarpe di lana. Ah, che meraviglia!


27 ottobre 2009

Meme, premi e premiati

Ho ricevuto con piacere un meme dalla collega strega Valverde. Mi si chiede di scrivere dieci cose su di me. Dieci segreti. Vediamo un po'...
1. Sono stata io a lanciare dalla finestra il panino che ha colpito la moglie del gioielliere. Ma non ditelo a mia mamma: ho negato per 25 anni e ora comincia a credermi.
2. Discendo da almeno due generazioni di pazzi sia per parte materna che per parte paterna. Ma questo non ditelo ad Apprendista, al limite gli accennerò qualcosa io quando nostro figlio Carlo Magno per Natale chiederà di essere incoronato in San Pietro.
3. Sono una sostenitrice dell’oligocromia. Soffro se l’arredamento o l’abbigliamento comprendono elementi cromaticamente scoordinati. Al punto che abbino le pettorine e i guinzagli delle candistrega alle borsette, scarpe, cappotti. Povere creature inconsapevoli. Vestite rigorosamente uguali.
4. Credo sia immorale che esistano banalissime borsette che costano due o tre rate di mutuo. Epperò le adoro, la borsetta è il bene materiale di fronte al quale perdo il senso del bene e del male.
5. Ho il terrore degli insetti. Quelli grossi, quelli che volano facendo rumore e quelli temibilissimi che saltano. Mi causano veri e propri attacchi di panico. Di solito mi paralizzo, non ho il coraggio di ucciderli e se entrano in casa ne esco io, finché qualcuno non viene a cacciare via il mostro. Una volta, vivevo ancora dai miei, una mia amica è venuta fino a casa mia in motorino per combattere e scacciare una cavalletta... gliene sarò eternamente grata.
6. Ho una limetta per unghie nel cruscotto della macchina: quando trovo code e ingorghi invece che arrabbiarmi io mi faccio una perfetta manicure.
7. Non amo le parolacce, anche se a volte mi scappano. Non è che mi scandalizzi, semplicemente non mi piacciono, come i sandali coi calzini.
8. Ho un grosso diario, di quelli di carta chiusi con un lucchetto, che ho iniziato alle elementari e che talvolta scrivo ancora. Mi chiedo spesso che succederà quando arriverò all’ultima pagina.
9. Con tre mie care amiche una volta abbiamo organizzato un sabbat per streghe dilettanti. Abbiamo dormito in un bosco nei sacchi a pelo. Una serata meravigliosa, tralasciando gli insetti.
10. Davvero sono una strega: riti, candele, incensi, pietre, casetta di marzapane e tutto quanto.
Siccome sono pigra sfrutto lo stesso post per ringraziare la cara Eppi del premio assegnatomi. E passo tutto insieme a: chicca e franz, le cinque streghe dell'ASMR., la Mich, Celiapluma, il Taglia. Certa che ne faranno buon uso e che anche se lo avessero già ricevuto conserveranno comunque anche il mio.


26 ottobre 2009

Strega al lavoro

In ufficio, con il piccì bloccato.
“qui dice che il programma non può riconoscere l’utente”
“hai provato a toglierti gli occhiali?”


23 ottobre 2009

Voci nella Casetta

Quando io sono al lavoro, le mie adorate Candistreghe restano sole con tutti i mostrini e le streghette che popolano la Casetta . E se la spassano e se la raccontano. Proviamo ad ascoltare... c'è un rumore strano ...
Stoctoctoc! ...Stoctoctoc! ...STOCTOCTOC!
Brodina: "allora la vuoi smettere? o stai in casa o vai in giardino! sempre avanti e indietro dalla gattaiola, mi farai venire l'emicrania!"
Pasticcia: "Intanto è canaiola. E poi La Strega ha detto che possiamo passare quando vogliamo, che dobbiamo uscire a far pipì e che si gioca fuori e state attente che dentro c'è il Parchè"
Brodina: "il Parchè? qui? sarà pericoloso? ommioddio che paura, che patema... chiama il mio pissicologo che mi sta venendo una crisi d'ansia..."
Pasticcia: "Parchè è uno disegna delle righe, e che quando c'è lui non si può mangiare in santa pace nemmeno  un osso o un biscotto. Non dev'essere pericoloso. Noioso sì."
Brodina: "e scendi dal divano, lo sai che non si può..."
Pasticcia: "se nessuno ci vede si può...senti che morbidino... Poi da qui si vede il giardino, se arriva un uccello, o una lucertola, o una mosca, o un'ape, o un moscerino piccolo o un qualcosa che pare vivo io corro a prenderlo."
Brodina: "ci vedono le streghette appese al soffitto e infatti quando andiamo sul divano poi La Strega lo scopre sempre."
Pasticcia: "merlooooo! usciamooooooo!" (Stoctoctoc)
Brodina: " 'rivo, 'spetta!" (Stoctoctoc)
Pasticcia: "peccato. Tanto così e lo prendevo. Secondo te tra quanto si mangia?"
Brodina:  "lo dici sempre e non lo prendiamo mai. Si mangerà quando è buio, come sempre. Speriamo pollo lesso e verdurine con tanto tanto tanto brodino caldo..."
Pasticcia: "speriamo scodellone grande e pieno. Entriamo? Cuccia o divano?"
Brodina: "divano."



20 ottobre 2009

Suddivisione dei compiti

SCAMBIO DI E-MAIL:

Apprendista:
"se stasera vieni da me dimmi cosa vuoi mangiare che mi fermo a far la spesa"
Strega:
"mah ...ho una fame! ...un bel risottino con tanti funghi? ...una pasta allo scoglio con tante vongolette?"
Apprendista:
"immagino che alla fine dovrò cucinare io..."
Strega:
"io ho cucinato ieri!"
Apprendista:
"infatti. Hai fame perchè ieri abbiamo mangiato un'insalata."


16 ottobre 2009

Sarà un lungo inverno

Che di mattina faccia un gran freddo, ci sta.
Che faccia un gran freddo e io comunque tutte le mattine porti le cagnette a spasso, pure ci sta.
Ma che io debba lottare e blandirle per convicerle a staccarsi dalla copertina e uscire con me, ecco, questo proprio no.


15 ottobre 2009

Dell'uomo col coltellaccio

Mattina prestissimo, c'è ancora buio, fa freddo. Esco a passeggio con le candistrega e prendo la sterrata che porta verso il bosco, deserta. Tutto è silenzio, si sente solo il rumore delle nostre dieci zampette sui ciottoli. Le cagnette vanno avanti, si fermano, annusano, si fermano. Hanno sentito un rumore. Dei passi. Si avvicina la figura di un uomo, vestito di scuro, capelli grigi. Porta qualcosa sulle spalle, forse un grosso zaino. Guarda i cani, poi mi vede e viene verso di me. Ha qualcosa in mano, un arnese curvo. Riesco appena in tempo ad accorgermi del bagliore della lunga lama di acciaio, e...
"Buongiorno signorina, comincia a far freddo, eh?!"
"Buongiorno! anche oggi va a far legna?"
Ecco, avete capito perchè sono contenta di non abitare più in città e preferisco il mio paesello vicino ai boschi? Perchè in città forse questo post lo avrei scritto tagliata a pezzi e chiusa nello zaino.


12 ottobre 2009

Un post pulp (non adatto agli impressionabili e ai vegetariani)

Arrivo, puntuale, al piccolo macello dove sono attesa. Che poi quando ad aspettarti sono creature già defunte non è nemmeno grave se arrivi un po’ tardi. Semmai l’importante è non arrivare in anticipo. Comunque: mi infilo il camice, raccolgo i capelli nella cuffietta e ricopro le mie scamosciate con i soprascarpe di plastica blu. Alla fine sembro un grosso rotolo di carta igienica, cammino come una papera, ma almeno non rischio di sporcarmi di sangue.
Apro la cella frigorifera, ovviamente gelida, dimensionata per contenere cinque maiali e che appunto è stata riempita con cinque bei suini spaccati in due e appesi. Non c’è nessuno per aiutarmi a portarli fuori. Il mio compito è fare dei campioni di tutti e cinque e poi inviarli al laboratorio. La parte difficile della faccenda è evitare di strusciarmi sui maiali morti come se ballassimo una bachata o di abbracciarli come Jack e Rose sul Titanic.
Comincio dunque dal primo, vicino alla porta, che è il più facile. Man mano che vado avanti mi tocca fare il limbo rock tra zampe, visceri vari e teste.
Sono al quarto, ormai talmente assiderata che comincio a pensare di lasciarmi andare e addormentarmi sul pavimento, quando sento una voce lontana: “dottoressa è già qui? Aspetti che le porto fuori le mezzene, così è più comoda!”. L’allevatore. Voce amica, il Cielo ti benedica ragazzo mio. Il prestante giovanotto estrae dalla cella i cinque maiali e per ultima emergo io, un po’ provata.
Sto terminando anche il quinto quando arriva il veterinario per timbrare le carni. Si lamenta che è stanco, ha fretta e “se tornassi indietro vorrei fare la tua vita!” dice all’allevatore. “Io invece vorrei fare la sua, sempre pulito a timbrare carte!” ribatte l’allevatore ridendo. “A me invece piacerebbe rinascere donna” sentenzia il veterinario come se fosse la soluzione a tutti i mali.
“Ehi, sono qui con voi, mica dal parrucchiere!” faccio notare io, che nel frattempo ho finito il mio lavoro. Tolgo la cuffia e il camice, saluto sostenuta e me ne vado ancheggiando. Arrivo alla macchina ma mi accorgo che c’è qualcosa di strano. Sarà tutto quel freddo che ho preso. No. È che ho ancora i calzerotti di plastica blu.


9 ottobre 2009

A Brodina, per la sua festa

Son passati due anni, e mi sembrano venti. Forse siamo state tradite e abbandonate più o meno nello stesso periodo, e se allora avessi potuto immaginare che da qualche parte in mezzo a una strada c'eri tu, sola, disperata, affamata, avrei saputo portare le mie corna con un po' più di serenità, perchè in fondo la mia solitudine non mi rendeva certo inerme come dovevi essere tu.
Quando ci siamo viste per la prima volta credevo di essere nel fondo del mio baratro personale, di non avere in mano più nulla di tutta una vita che mi ero costruita in tanti anni. E invece tu sei stata il mio primo passo verso la risalita. Tu sei stata il primo momento in cui ho alzato la testa dal mio ombelico e ho guardato avanti, ho pensato a qualcosa che non ero io e non era il passato: eri il futuro, e io non lo sapevo.
Non so dirti come sia nata in me la scintilla di vita che mi ha portata a entrare in quel canile e portarti via. Erano ormai parecchi mesi che mi sentivo come un involucro vuoto, lui mi aveva portato via tutto quello che ero, e quel giorno avevo dovuto riunire le mie poche forze per riuscire a tornare in quella casa e recuperare le mie cose. E' stato mentre venivo via, con la macchina tutta piena dei cocci della mia vita, che mi sono fermata a prenderti. Come tremavi... Ti ho piazzata in mezzo alle borse, tra le pentole e il mobiletto di nonna, e sei rimasta immobile. Per dire la verità non è che poi tu sia diventata molto più dinamica...
E' stata dura per entrambe, risalire dal baratro, ma direi che abbiamo fatto un buon lavoro. Dopo tanto girare ora siamo qui, finalmente nella nostra Casetta nuova, e ci siamo ricostruite insieme.
Ti adoro perchè sei tu e non potevi essere altrimenti e perchè rappresenti la parte di me di cui vado più fiera, quella che va avanti.
E per questo ti abbiamo comprato la copertina nuova per l'inverno che volevi tanto!

7 ottobre 2009

Questione di stile

Una sera, all'improvviso, afferro lo scintillante contenitore di vetro dove tengo le mie mille limette per unghie, cremine per le mani, smalti, levapellicine, tronchesini colorati, pietre pomici. Il necessario per la manicure, insomma. Ben conoscendo la dedizione, l’impegno e soprattutto il tempo che dedico alla suddetta operazione, Apprendista si oppone.  “Strega ma è quasi pronto, non metterti adesso a trafficare con quella roba che è ora di apparecchiare”. Serafica gli rispondo di non preoccuparsi, che "quella roba" non è per me ma per risolvere una grave problematica che affigge la vita a Casetta di Streghe: la ricerca della chiave giusta.
In effetti chi ha progettato il condominio di Streghe doveva avere una perversa passione per le serrature e le chiavi visto che ha dotato il complesso di almeno una decina di portoncini, ciascuno con almeno due o tre serrature, tutte diverse. Appena trasferita, entrare in casa pareva un po’ come fare la settimana enigmistica. Comunque. “Ora le divido per categoria e le coloro tutte con gli smalti!” esclamo. “Il portone davanti sui toni del rosso, quelli sul retro rosa, la zona dei box bianco perlato”.
“Forse ti sfugge che hanno già creato dei cappuccetti per le chiavi fatti proprio apposta...”
prova ad obiettare Apprendista, sempre pronto a tarparmi le ali.
Ma io come sempre non lo ascolto e in breve tempo porto a termine il mio bel lavoro. Abbiamo i mazzi di chiavi più scintillanti e glamour di tutto il paesello.
“E questa cosa sarebbe?” mi chiede Apprendista osservando una chiave piccolina che ancora sta asciugando.
“La cantina. Avevo finito i colori e ho dovuto farle la french...”


5 ottobre 2009

La Donna Perfetta

La Donna Perfetta esiste. E' talmente inarrivabile che non riesco neanche a provare invidia. Del resto limitarsi a stimarla sarebbe riduttivo. Così la osservo, come una creatura meravigliosa e diversa. Come si osserva un beluga all'acquario, per intenderci. La vedo passare per i vialetti del parco dove vado a passeggio con le cagnette di strega. Lei, tutte le sere, corre. E veloce, anche. Tanto che la sua figliola, circa dodici anni, la segue in bicicletta.
E mentre corre veloce, e mentre la sua devota pargola le pedala dietro, lei la interroga sulla lezione di scuola per il giorno dopo. Ecco. Massimo rispetto per il beluga.




2 ottobre 2009

chi lascia la strada vecchia per la nuova...

...sa cosa perde e non sa cosa trova! Appunto. Immensa delusione. Mi sono fatta tentare dalla nuova crema spalmabile Magnum. E già sento la mancanza della cara, rassicurante, assolutamente perfetta Nutella.
Non lo farò più, è stata solo una scappatella. Ma il mio cuore è sempre rimasto suo.
E voi: cos'è che non avreste proprio dovuto cambiare?
Buon fine settimana!


29 settembre 2009

(ancora) al rogo?

Ieri sera ho visto la tasmissione di Gad Lerner, personaggio che ad essere sinceri non amo particolarmente. Epperò l'argomento trattato, ovvero l'uso delle donne come puro ornamento, come superfluo ma irrinunciabile pezzo di una scenografia, mi sta molto a cuore.
E due pensieri frullano nella mia testolina di strega.

1. Che si parli di non mostrare più culi e cosce proprio la sera in cui rientri dopo una estenuante seduta di aerobica e g.a.g., distrutta ma felice con l'acido lattico che ti ottenebra il cervello, ti fa innervosire un bel po'.

2. E questa è seria. Forse è più colpa nostra (delle donne, intendo) di quanto vogliamo ammettere. Credo che qualche strumento per scegliere, per farci sentire, per farci temere, anche, ce lo avremmo. Invece no. Accettiamo di vedere ragazzine di 19 anni che ballano seminude davanti ad attempati signori in giacca e cravatta. Troverei più onesto mandare in onda un film porno. Più facile da spiegare. Io adoro le donne e sono profondamente convinta che possediamo una forza particolare, che probabilmente ci deriva proprio dall’aver dovuto subire incessanti sopraffazioni. Purtroppo credo anche che ci sia rimasta una sorta di radicata abitudine all’accettazione. Siamo più della metà degli elettori e più della metà dei consumatori e accettiamo di essere considerate una minoranza da tutelare, accettiamo di vedere il mondo come lo guarda un uomo. Perchè?

NOTA: questo non è un post contro gli uomini, non perdete tempo a condannarmi al rogo. È solo il mio punto di vista contro il modo di usare le donne, e peggio ancora le ragazzine.

28 settembre 2009

Io pranzo da sola (che è meglio)

Preferisco evitare di ritrovarmi a pranzo nel "cucinino" dell'ufficio con tutta la popolazione di segretari, impiegati, centralinisti. Parlano tutti ad alta voce, ognuno cercando di sovrastare gli altri di qualche decibel, ognuno raccontando un qualche suo aneddoto, ognuno per nulla interessato agli argomenti altrui.
Fondamentalmente credo di essere una stronza snob, ma tant'è. Io a pranzo esco a fare spese, oppure me ne resto al mio piccì, oppure vado al bar con qualche selezionatissimo collega stronzo e snob come me. E poi devo dire che le rare volte in cui mi sono intrattenuta presso il "cucinino" ho creato scompiglio.
Un giorno una giovane stagista urlava di una sua nuova conquista, contemporaneamente ad altre dieci che vociavano di pappe, cacche, tate e maestre di scuola. "Il guaio è che si chiama come il mio ex..." si sgolava la giovane maliarda. "E come si chiama il tuo ex?" chiedo io. "Marco". "E di che ti preoccupi, Marco è un nome comune, chi non se ne è passati almeno un paio?".
Finalmente: silenzio.


25 settembre 2009

Risveglio a casetta di Streghe

A Casetta di Streghe la sveglia suona prima delle 7. La sente per prima Pasticcia che esplode in salti di gioia per salutare il nuovo giorno. Se Apprendista si è fermato per la notte la piccoletta corre da lui e tenta di baciarlo e abbracciarlo a tradimento. Non sentendosi adeguatamente corrisposta viene da me e comincia a percuotere il letto e la mia persona. “Lasciatemi stare”, borbotto cercando rifugio verso il centro del letto. Da quelle parti trovo Apprendista, che tenta di baciarmi e abbracciarmi a tradimento. “Lasciatemi stare” borbotto. E mi creo una invalicabile barricata di cuscini. Piano piano si affaccia Brodina, poggiando delicata una zampina sul letto: “disturbo? dobbiamo alzarci? Ci sei ancora? Mi vuoi ancora bene? Ommiodio che agitazione, che ansia, che patema”. Esco dai cuscini e la abbraccio: “massì-picci-picci-tesorina-cagnina-brodina-mia ora mi alzo e fai la pappa e tanti-baci, tanti-baci, tanti-baci”. Se non si fosse capito il mio punto debole è Brodina.
Dopo una bella colazione la smetto di brontolare che “e io ho sonno”, “e come è dura la vita”, “e non mi fate mai dormire”, “e come sono infelice”. Riempio le ciotoline delle mie cagnette di Strega e, pur parendomi di avere distribuito porzioni uguali, magicamente Pasticcia finisce tutto in un nanosecondo. Tutti i giorni lei si avvicina alla ciotola di Brodina, ancora piena. Tutti i giorni le prende sia da Brodina che da me. Tutti i giorni mi risponde che “ecco, se era per maltrattarmi e farmi morire di fame tanto valeva che mi lasciaste in canile orfanella” e io allora mi commuovo e le allungo un biscotto di nascosto. Mi ha addestrata benissimo, non c’è che dire.
Dopo colazione torniamo tutte a letto. “Ma perchè cavolo ti alzi all’alba maledicendo il mondo, allora?” chiede Apprendista. Semplice, se mi alzassi dopo non avrei tempo di tornare a letto. A noi ragazze piace fare tutto con calma, ma lui proprio non la capisce.
Dunque torniamo a letto, poi io mi alzo, mi lavo, mi vesto, mi svesto, mi rivesto, mi pettino, mi... pronta! Sveglio Apprendista che nel frattempo si è assopito aspettando.
Prendiamo i guinzagli per la passeggiata. “Sììììììììììììììììììì!!! A spasso! A spasso! A spasso!” grida Pasticcia saltellando come un topo-canguro da corsa. “Usciamo? Farà freddo? Sarà pericolso? Devo mettere il guinzaglio? Mi farà male? Sarà pericoloso?” chiede Brodina.
“Si ragazze, vi porto a spasso” ci dice Apprendista. E si va.


23 settembre 2009

Della dolce vendetta

C'è stato un periodo in cui ho sofferto tantissimo a causa di una persona che mi ha trattata come uno scopino da cesso. Ovvio che qui si sta parlando di uomini, e di quelli peggiori: gli ex.  Ho versato tutte le mie lacrime. Poi mi sono accorta che invece non erano tutte, ne avevo lì ancora un bel po'. Finché piangendo piangendo sono andata a schiantarmi con la macchina e allora ho pensato che forse era il caso di smetterla di piangere e guardare dove andavo. E pian piano al posto della voglia di lacrime ho cominciato a sentire un prepotente desiderio di vendetta.
Io alla fine me la son fatta passare e non ho messo in pratica i miei piani, dopotutto porto il mio culetto sulle panche di una Chiesa tutte le domeniche mattina. E poi le Streghe non fanno di queste cose.
Epperò, com'era bello pensarci!
Un classico, sempre adatto: esternare le tue emozioni e scrivergli tutto quello che pensi di lui. Sul cofano della macchina.
Per farti ricordare: programmare millemila sveglie, tv, radio, e cucù a tutte le ore della notte. Nascondendole bene e lasciando tutto il tempo di riaddormentarsi tra una e l'altra.
Per fargli capire cos'è "per sempre": invitare a casa sua dei testimoni di Geova e dirgli di tornare quando vogliono. Meglio la sera.
Da vera donnina di casa: nascondere manicaretti, gamberetti e pesce fresco sotto il divano, nei cuscini, dietro i mobili...
Da donna moderna: chiamare un bel numero erotico a pagamento col suo telefono di casa e lasciarlo in linea... lasciarlo in linea... lasciarlo in linea...
Insomma qualche idea ce l'avevo. Le scrivo qui perchè mi pare un peccato sprecarle, con tutti gli "ex" che ci sono in giro... Fatemi sapere se a qualcuno sono stata utile e anche se avete altre proposte...non si sa mai.


21 settembre 2009

Il messaggio

Era un lontano e piovoso pomeriggio di settembre di parecchi anni fa. Chiacchieravo al telefono con una mia carissima amica (le Streghe hanno sempre ottime amiche), e l'argomento era come rispondere al messaggio di un ragazzo con cui ero uscita qualche volta in modo da essere cortese ma facendogli capire che non avevo più voglia di frequentarlo. Ai tempi ero una svolazzante e spensierata Streghetta che faceva del suo meglio per rallegrare i suoi ammiratori. Non che ora io sia una donna dalla salda moralità: semplicemente sono pigra e non ho più voglia di giri sulla giostra, sempre uguali.
Comunque, dopo mille bozze e un labor limae che neanche il Bembo, esausta, propongo: e se gli scrivessi
"stasera purtroppo non posso, e tanti auguri di buon Natale"?


17 settembre 2009

Stranestrategie

Io, Apprendista, Brodina e Pasticcia in un bel negozio di articoli per animali. Shopping. Brodina guarda perplessa i giochini, Pasticcia sgambetta gridando che se non riuscirà a liberarsi e a raggiungere i biscottini sfusi la sua vita non sarà più degna di essere vissuta. Io cerco di convincere Apprendista che se non compreremo quei collarini di pelle con i brillantini la nostra vita non sarà più degna di essere vissuta.
Proprio mentre eravamo tutti cotanto impegnati, un cagnetto nero sbuca dal bancone. E' un attimo: arriva e azzanna le chiappe di Brodina. Lei comincia a gridare che "aiuto aiuto mi picchiano", io pure grido perchè a me toccatemi tutto ma non la mia Brodina (sì: faccio le preferenze, mettiamolo pure in chiaro da subito) e Apprendista in qualche modo riesce a spostare la vittima del pestaggio e cerca di mettersi in mezzo.
Con la stessa lentezza con cui una ciocca bionda della mia creatura va a posarsi sul pavimento arriva la proprietaria del negozio che ci fa tante scuse. "Ma sapete, da quando ha fatto i cuccioli ha cominciato a fare così. Cattiva! Spero tanto che prima o poi ne trovi uno che gliele ridà!".
Dunque. Aspetta, forse non ho capito bene. Hai un negozio di minchiatine per animali. Ok. Chi ci entra, se non deve usare i guinzagli e i croccantini per fare giochi erotici, evidentemente ha degli animali. In più è ovvio che i tuoi clienti hanno perso completamente il senno per i loro animaletti, perchè nessuna persona in possesso delle sue facoltà mentali comprerebbe quel collarino di pelle coi brillantini da venti e passa euro. E... tieni libero il tuo cane sapendo che appena può corre ad azzannare le chiappe dei suddetti venerati beniamini? Ottima strategia di vendita, non c'è che dire. Ma lì Brodina non ci torna di sicuro.


15 settembre 2009

Buon Vicinato

Mattina. Incontro la mia Vicina, raggiante neosposa tanto tanto carina e gentile.
V: ciao Strega, come va?
S: ciao! É da un po’ che non ti vedo, siete stati in vacanza?
V: sì, qualche giorno al mare dai miei, sai, l’ultimo sole ...
S: che bello! Io e Apprendista invece siamo stati in montagna: tante passeggiate con le cagnette...gran dormite e gran mangiate!!
V: ah!ah! bravi! A presto allora, buona giornata!

Poco dopo. Incontro il misterioso Gnoccolone di origini ispaniche che occupa l’ultimo piano. Non ho ancora capito se ci vive o se vi svolge oscure attività.
G: buenas dias!
S: buongiorno a te.
G: stanno bene i perros?
S: benissimo, grazie!
G: è qualche giorno che non li vedo in giardino...
S: ma sai, sono stata via, in montagna. Lunghe passeggiate, il contatto con la natura, adoro queste cose.
G: maravilloso... Buona giornata!



14 settembre 2009

La crisi

Faccio un bellissimo lavoro e ho la fortuna di rapportarmi spesso con quei pochi contadini-montanari vecchio stampo che ancora sono rimasti in questo mondaccio. Persone ormai un po' anziane, che conoscono il significato della parola lavoro in un modo che noi sgallettati imbrattatori di monitor non potremo imparare mai.
Li chiamiamo "agricoli": perchè agricoltori presuppone un che di imprenditoriale che questi soggetti proprio non hanno. L'altra mattina ero sola in ufficio e entra un "agricolo."
"El dutur?" chiede riferendosi al mio collega. Spiego che è fuori.
"La signorina lì?" chiede indicando la scrivania della mia collega. Nel mio ufficio siamo tutti professionisti, tutti superlaureati/dottorati/"masterizzati". Ma per gli agricoli gli uomini sono indistintamente "dottori" o "geometri" e le donne sono "signorine" (anche se sei sposata e hai 3 figli: se una lavora non può essere anche "signora", ovvero madre e moglie, come le loro donne. Dottoressa-geometra è improponibile e quindi resti signorina a vita). Comunque non c'è nemmeno la signorina lì.
Si rassegna a parlare con me, ma è chiaro che non si fida.
"El me arriàa questo..." dice porgendomi una lettera.
"Sì, è nostro" rispondo. "Dice che c'è una pratica arretrata da saldare. Ci aveva commissionato qualche lavoro ultimamente?"
"Sì..." non pare convinto "Ma alla signorina...". Come dire che per il lavoro fatto dalla signorina non potrà mica arrivare una fattura vera! Ma siamo matti?
Io sorrido, faccio finta di niente tanto so che mai e poi mai un agricolo sarebbe scortese con una Signorina.
"Allora deve essere proprio quello" dico. "Ma non si preoccupi, non c'è alcuna fretta..."
"Tant'i paghi pù nesù" lo sento che borbotta nel corridoio mentre se ne va.


11 settembre 2009

L'archivio

Suona il telefono, una collega risponde.
"XYZ, buongiorno" ... "Ah, salve, come sta!" ... "Sì, certo, lo abbiamo ricevuto il suo fax" ... "No, il responsabile non lo ha ancora visto" ... "Ah, lo ha sentito lei" ... "Ah, una modifica" ... "Capisco. Solo un attimo".
Colta da un raptus afferra il cestino della spazzatura e lo rovescia sulla scrivania. Completamente. Poi comincia a rovistare come una pazza tra torsoli di mela, tempera di matita e cartacce bisunte di focaccia.
"Sì, lo sto cercando qui nell'archivio. Ecco! lo ho trovato!".


9 settembre 2009

L'apoteosi della schifezza


Raccogliere la cacca di un qualche animale indefinito che il tuo cane ha mangiato e poi vomitato.  Altro che le ali di pipistrello delle streghe delle favole. Dilettanti.


8 settembre 2009

Per capire di chi stiamo parlando

Per capire di chi stiamo parlando basta raccontare un aneddoto a caso. Ne ho qui mille, ne scelgo uno. Fresco fresco, appena di sabato. Io, Apprendista, Brodina e Pasticcia andiamo a farci un bel giro al parco. Dovendo poi andare a pranzo da mia mamma (mirabile personaggio, di cui spero avremo occasione di parlare presto) ci avviciniamo al capoluogo e ci rechiamo all’idroscalo. Che bello. C’è il sole ma non c’è afa, le cagnette zompettano felici, io ho la pettinatura nuova, ho appena fatto una colazione degna di Maria Antonietta e quindi me ne sto zitta e tranquilla, con grande compiacimento di Apprendista.
Dunque passeggia passeggia ci avviciniamo al laghetto (o quel che è, comunque c’è tanta acqua e non è salata, quindi mare non è). Ma che bello. Guarda: le canoe! Guarda: il pescatore! Guarda: le anatr...
Pasticcia: “mieeeeeeeeeeee!!!”
Brodina: “dove vai? Vengo anch’io? È pericoloso? C’è l’acqua? È fredda? È pericoloso? Vengo anch’io? Sarà pericoloso?”
Strega: “Ommariavergine è scappata Pasticcia! O Sacripante guarda dov’è! Pasticciaaaaaaaaa! Apprendista valla a prendere! Avanti, valla a prendere!”
Apprendista: “ma no, adesso torna, dove vuoi che vada. Guardala, sembra un topo!”
Brodina: “Pasticcia torna qui! Torna qui, è pericoloso! O che ansia, che ansia, che patema..”
Strega: “ma guarda che quella non torna... guarda che ormai è in mezzo al lago... guarda che sta raggiungendo le anatre...”
Apprendista: “Ma no, tranquilla...” (intanto, come se niente fosse, si toglie le scarpe) “tieni per favore” (come se niente fosse, mi dà il suo cellulare) “Pasticciaaaaaaa”
“Pasticciaaaaaaaaaa” cominciano a gridare varie persone che stavano assistendo alla scena e “Pasticciaaaaaaaa” chiama un ragazzo in canoa che cambia rotta e comincia a seguirla.
A questo punto tutti noi spettatori seguiamo rapiti un improbabile corteo composto da:
1. Anatra. Non sembra seriamente preoccupata ma comincia a essere davvero scocciata. Ogni tanto svolazza e impreca.
2. Pasticcia. Nuota velocissima. Con una determinazione che neppure i campioni olimpici.
3. Ragazzo in canoa. Evidentemente perplesso.
4. Apprendista, ormai nell’acqua fino alle ginocchia, che ancora dice “Ma no, ora torna...”
E alla fine in effetti è tornata. Vuoi la stanchezza, vuoi la fastidiosa canoa, a un certo punto ha deciso che ne aveva abbastanza. È uscita tutta tremebonda, si è scrollata via l’acqua dai suoi 5 chili scarsi di corpicino, e, anche se non posso giurarlo perchè non sentivo bene, “Fanculo le anatre!” mi pare che abbia detto.



7 settembre 2009

L'inizio

"Ecco, è qui che inizia tutto. Non lo sapevi? E' da quel grande fegato che ti ci vuole per guardarti così, scomposta in mille coriandoli, che ricomincerai(...). Non puoi più essere quella di prima. Prima della ruspa. Non ti entusiasma? Ti avvincerà lentamente. Innamorarsi di nuovo di se stessi, o farlo per la prima volta, è come un diesel. Parte piano, bisogna insistere. Ma quando va, va in corsa. E' un'avventura, ricostruire se stesse. La più grande. Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore delle tende o dal taglio di capelli. Vi ho sempre adorato, donne in rinascita, per questo meraviglioso modo di gridare al mondo "sono nuova" con una gonna a fiori o con un fresco ricciolo biondo. Perché tutti devono capire e vedere: attenti: il cantiere è aperto, stiamo lavorando anche per voi. Ma soprattutto per noi stesse. Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più grande meraviglia.Per chi la incontra e per se stessa. È la primavera a novembre. Quando meno te l'aspetti...".

J. Folla