Io sono una maniaca ossessiva compulsiva. Di quelle che controllano la stessa cosa ventisette volte, e ancora non stanno tranquille. Sono fissata con l'ordine, e più precisamente con quell'ordine che io ho deciso che le cose debbano avere. Non mi basta che tre barattoli siano in fila perfettamente allineati: se ho deciso che devono essere in fila perfettamente allineati in base all'ordine alfabetico del loro contenuto sono capace di alzarmi dal letto all'una di notte per verificare che così siano.
Soprattutto sono ossessionata dai colori. I miei vestiti nella cabina armadio sono rigorosamente catalogati per appartenenza cromatica e sfumatura. Il pigiama lo devo coordinare al piumone. Le pantofole al pigiama e i calzini alle pantofole. Insomma non sono una personcina facile, diciamocelo.
Ma neanche Apprendista lo è, facile. Lui è il Casinaro Fatto Uomo, lui quando accende una luce non la spegne, quando apre un'anta non la chiude, quando si toglie una scarpa in mezzo al salotto e una in cucina lì le lascia fino alla fine dei tempi. Lui tiene la sua cabina armadio in uno stato tale che una volta che ci sono entrata poi sono corsa a controllare il mio portagioie, convinta che fossero arrivati i ladri in casa. Da allora non ci vado più.
Quindi sì, spesso il clima è teso, gli insulti e i "malefizi" volano. E potremmo divorziare ben presto, a logica. Ma anche no, perché uno come lui non entra mai nel merito del perché ho deciso che il sale deve stare a destra e lo zucchero a sinistra. Sbuffando andrà a riprenderlo dal bagno dove lo ha dimenticato (sì, sì: lui come niente ti lascia lo zucchero in bagno) e lo mette dove ho deciso io. E se domani dovessi fissarmi che lo zucchero deve stare in bagno, per lui è uguale, non fa una piega.
E poi, anche se non capisce, partecipa. Per esempio ieri, quando la commessa mi ha proposto di comprare gli impermeabilini per le Candistrega di due colori diversi lui la ha stroncata: "no, guardi, questo non è proprio pensabile. Loro si vestono sempre uguali. Non solo i cani proprio tutte e tre, intendo..."