23 novembre 2011

Oggi vi mando tutti qui:

http://natividad-blog.blogspot.com/2011/11/diciamo-tutti-basta-alle-pellicce.html

Perchè anch'io ho notato quest'anno nelle vetrine un imperversare di bordi, colletti, stivali e borse di pelo. Non mi permetto di fare prediche, proprio io che vivo nelle contraddizioni... Io che con gli allevamenti ci lavoro, che nei macelli ci vado, e che a diventare vegana per ora proprio non ce la faccio. Non riesco a pensare di rinunciare alla mozzarella sulla pizza.
Però almeno ci vorrebbe consapevolezza: quando mangio un pezzo di formaggio o una fetta di prosciutto io ce l'ho bene in mente la faccia di un animale che viene ucciso. Il sangue, il rumore, i visceri, la forza fisica che ci vuole per spaccare una carcassa in due.
E alla fine succede che di formaggio e prosciutto ne sto consumando meno, e almeno al bordo di pelliccia non cedo. Ecco, a volte ho la sensazione che la gente, tanto abituata a trovarsi di fronte ai "prodotti finiti", semplicemente non si ricordi più da dove arrivano.
Dietro a quasi tutto c'è lo sfruttamento e la sofferenza degli animali: dietro agli ortaggi ci sono gli animali su cui devono essere testati i fitofarmaci, dietro alla lana c'è l'allevamento delle pecore (realtà che non conosco affatto, ma per esperienza so che quando un animale è solo un mezzo per produrre reddito tanto bene non se la passa, poco importa se per produrre deve essere ucciso in maniera diretta o no), dietro ai piumini ci sono le oche a cui le piume vengono strappate. L'importante è rendersene conto, poi ciascuno può decidere se preferisce rinunciare a qualcosa.
Io alla borsa di pelo rinuncerò senza sforzo alcuno.




6 commenti:

  1. io mangio carne, e non riesco a diventare quanto meno vegetariana. ma per il resto.... evito volentieri!!!

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  2. Irene: io pure non riesco a fare tutto quello che sarebbe giusto fare... né per gli animali né per le persone, a dire la verità...

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  3. Pure io quando non ero vegetariana dicevo che mi sarebbe stato difficile diventarci (pure se ero già molto sensibile all'argomento), poi proprio convivendo con un compagno vegetariano, ho capito invece che è molto più facile di quanto non si pensi.
    Bisogna solo informarsi bene sulle alternative veg, che sono tantissime.
    Poi dopo un po' viene naturale smettere di considerare gli animali come cibo e vederli per quello che realmente sono: esseri senzienti come noi.
    Deve avvenire quel piccolo "scatto" interiore, ma parte sempre da un moto di volontà.
    E non deve essere visto come una "rinuncia, ma, al contrario, come una grande conquista.
    E' meraviglioso poter finalmente guardare negli occhi tutti i nostri amici animali liberi da sensi di colpa.
    Ragazze, pensateci. Ripeto, dovete imparare a capovolgere la prospettiva delle cose: non è una rinuncia, ma una conquista.
    Un saluto.

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  4. Biancaneve:
    un tuo commento lo temevo peggio di un confronto con la mia coscienza!
    Conosco benissimo tutto quello di cui parli, ho già introdotto parecchie alternative veg (ho tovato ottimi gli "hamburger" di soia, pessimo il tofu, mi sono scritta un lungo elenco di ottimi piatti veg, dalla pasta al pomodoro al risotto ai funghi, cui ricorrere quando non so cosa preparare...). Cerco di fare almeno 1 pasto veg al giorno, e parecchi vegetariani, almeno la carne dei cuccioli (vitello, agnello, ecc) la ho abolita da tempo.
    E' il salto definitivo che non riesco/non voglio ancora fare.
    Intanto perchè paradossalmente, occupandomi di sicurezza alimentare, per lavoro ho molto a che fare con agricoltura, allevamenti, e anche macelli. E' un settore che conosco bene. So che essere vegetariana vuol dire poco, perchè dietro agli "insospettabili" latte e uova si nasconde altrettanto sfruttamento e morte che dietro alla carne, se non di più.
    Ma anche dietro ai fitofarmaci usati per produrre i vegetali ci stanno i vari test fatti su conigli, cavie, uccelli ...
    Insomma dovrei rivedere tutta la mia vita (tu sicuramente sei già a buon punto, in questo senso), lavoro compreso nel mio caso.
    Che ti devo dire, non me la sento. Quello che dici tu è vero, deve essere una conquista e non una rinuncia. In effetti i cambiamenti che ho introdotto fino ad adesso, a partire da un annetto fa, non mi pesano... come non mi pesa rinunciare all'orrida borsa di pelo.
    Magari la conversione farà il suo corso, e io farò nuovi progressi e verrò a capo del mio conflitto di interessi...ti terrò aggiornata!

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  5. Ma infatti essere vegetariani vuol dire poco. E' vero. Io sto cercando di diventare vegana perché appunto anche dietro il latte e le uova si nasconde altrettanto sfruttamento. Il latte e derivati non li compro più da tempo. Mi capita qualche volta ancora di mangiarli quando sono inseriti come ingredienti in qualche alimento. Ad esempio negli stessi hamburger e cotolette della Valsoia, ci sono il latte e le le uova, quindi non è vera la dicitura che riportano sulle confenzioni: alimenti vegetali.
    Non compro più scarpe ed accessori in pelle, compro solo cosmetici non testati (quelli sicuri, aprovati dalla Lav), tipo L'erbolario, Verde Sativa, Helan ed altri. Insomma, mi sforzo di conoscere prima quello che compro ed evito tutto ciò che contiene prodotti animali o che è stato testato su animali.
    Sto diventando vegana a poco a poco. Anni fa mai avrei pensato di poter fare a meno del latte. E invece, ripeto, è solo un cambio di prospettiva. Il latte a poco a poco verrà percepito da me sempre meno come alimento e sempre più come causa di sofferenza. Un percorso.

    Quello che dico io è che non si può ragionare partendo dal presupposto che "poiché lo sfruttamento animale si nasconde in ogni dove, poiché è impossibile essere perfetti in questo senso, allora tanto vale che me magno pure la bistecca" (che è il ragionamento che fanno molti, non mi riferisco a te, eh).

    Ognuno può fare moltissimo per abolire pian piano questa odierna cultura in cui lo sfruttamento animale è la norma.
    Anche perché il grosso degli animali viene ucciso ed allevato per l'alimentazione. Venendo a cadere o a diminuire gli allevamenti, si cercherebbero sostituti ed alternative anche per tutti quei prodotti che vengono realizzati con gli scarti della macellazione. Detto in altre parole, esiste un centro della ragnatela che è da combattere. Combattuto ed eliminato quello, anche tutto il resto viene a cadere.

    Per il lavoro, idem. Nessuno ti chiede di lasciare il tuo lavoro di punto in bianco.
    Però nemmeno penso che si possa giustificare lo sfruttamento degli animali dicendo "è un lavoro" (anche qui, non prenderla sul personale, parlo in generale).
    Ti faccio un esempio: giusto ieri ho visto un video sul sito La Vera Bestia, in cui una giornalista ha domandato ad un uomo che stava uccidendo dei maiali in un mattatoio: "ma come fai?" e quello risponde: "E' un lavoro".
    Anche fare il boia è un lavoro, ma perdinci, che cacchio di lavoro è?
    Tu uccideresti animali per lavoro?
    Insomma, ci sono lavori etici ed altri meno.

    Non devi temere il confronto con me ;-)
    Io parlo pacatamente, certo, con passione, ma quando trovo apertura nell'interlocutore ed assenza di pregiudizi o quando l'altro si sforza di capire, ampliare le proprie vedute, mettere in discussione la realtà che lo circonda, mi fa solo che piacere.
    Un saluto :-)

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  6. anch'io da oltre un anno prendo solo i prodotti della lista Lav! almeno su quello ci siamo...
    prova anche quelli dei "I Provenzali", si trovano anche nei supermercati e sono fantastici!
    ciao!

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