26 settembre 2011

Di Mendel e degli alleli recessivi

Strega: "Mamma, sto arrivando... parcheggia la bicicletta da qualche parte che sali in macchina con me"
Mammadistrega: "va bene, ora lascio la bici. Sono qui in Viale Lungo, quando mi vedi fermati..."
Strega: "A che altezza di Viale Lungo, dove ti vedo?"
Bordo strada. Canottina giallo limone, gonnellona a fiori fucsia e azzurra, maxiborsa di paglia verde acido.
"Lascia stare. Ti ho vista".


23 settembre 2011

Un altro modo di leggere

Ci sono arrivata per caso, cercando di inventarmi qualcosa da fare durante un lungo viaggio in pulman. Non sono una che soffre il maldauto, ma se mi azzardo a leggere anche solo due righe quando sono in auto o in pulman, tempo massimo 30 secondi e siamo tutti fermi in corsia d'emergenza. 
Insomma purtroppo in pulman non posso leggermi un bel romanzo. Ed è così che mi si è aperto un nuovo mondo: gli audio-libri! 
Ho trovato un sito secondo me fantastico, http://www.liberliber.it, dove è possibile scaricare un sacco di classici gratuitamente. Ci sono anche tanti racconti per bambini: cari mamme e papà, io non sottovaluterei la possibilità di annientarli per qualche ora grazie ad un'attività che inoltre è incontestabilmente educativa...
Ormai me ne vado con le cuffiette nelle orecchie tutte le sere, quando porto a passeggio le Candistreghe; certe volte mi ascolto un bel capitolo anche mentre spolvero o riordino i vestiti (che, essendo io maniaca ossessiva ad uno stadio grave, vengono riordinati abbastanza spesso, suddivisi per categoria, colore, possibili utilizzi, ecc... ma questa adesso non è la questione).
Insomma, quello che volevo dire è che trovo bellissimo che si possa recuperare nuovo tempo per "leggere" anche quando leggere parrebbe impossibile.
Ecco i consigli della Strega:
"Nicholas Nickleby" di Dickens. Beh, Dickens è Dickens e c'è poco da dire. Da quando lo ho sentito non so più se il mio preferito è ancora il David Copperfield... sul sito li trovate entrambi.
"La contessa di Karolystria" di Ghislanzani e "Carta Bollata" di farina: molto carini e buffi.
"Una tra tante" di Emma. Sulla prostituzione, le donne, la società. Terribile e bellissimo. Me ne andavo in giro per strada piangendo, ma tant'è.
Se invece in questo periodo qualcuno mi vedesse andarmene a spasso sghignazzando è perchè nelle orecchie ho "La coscienza di Zeno", di Svevo, che già mi era piaciuto da matti ai tempi della scuola, quindi figuratevi ora.

18 settembre 2011

Il Vestito (quello con la V maiuscola)

In questo sono io che sono anomala, probabilmente. Pur essendo un tipo piuttosto vanerello, molto amante dei vestiti e dello shopping, non mi sono mai piaciuti i vestiti da sposa. O meglio, molti mi piacciono come mi può piacere un’opera d’arte, ma non me li metterei mai addosso, mi sentirei vestita da carnevale. Che fare, dunque? io in realtà in mente ho un'immagine vaga, un po' Audrey Hapburn, un po' Sandra Dee...
Ovviamente nel frattempo ad Apprendista è stato vietato anche solo di pensare ad un vestito prima che ce lo avessi io, quindi stavo bloccando tutta la situazione.
Nei negozi da cerimonia, una sposa che non ama i vestiti da sposa non è ben vista. Passi quantomeno per una strana. Le possibilità sono: abiti da sposa corti o abiti da sposa civile. I primi secondo me sono concepiti per  pazze scappate dal manicomio, i secondi per povere peccatrici penitenti.
Probabilmente chi fa abiti da sposa pensa che quelle poche che cercano l’abito corto devono essere senz’altro molto eccentriche e quindi ci danno dentro con balze, pizzi che escono da tutte le parti, fiorelloni di stoffa appiccicati sul sedere e via dicendo. La sposa civile invece la immaginano come una signora attempata in seconde nozze, e quindi un tailleur castigato color panna è già troppa concessione.
“Ma io cerco un abitino … normale…” cerco di spiegare alla commessa, seminascosta dagli spuntoni di tulle che si diramano dalla gonna a palloncino dell’abito corto che mi sta mostrando.
“Eh, ma cara…. È un giorno speciale, si deve capire che sei tu la sposa”.
“Ma lo sanno tutti, ci conoscono, li invitiamo appunto noi…” cerco di spiegarle.
“Intendo anche qualcuno che passa per caso. Si deve vedere che sei tu la sposa”
“?”. Rinuncio. Rinuncio anche a dirle che con quella gonna in effetti mi riconoscerebbe anche chi per caso sorvolasse la zona su un aereo di linea. Rifiuto di fissare un appuntamento, giusto per provare come mi stanno, e me ne vado sconsolata.
Un giorno, tentar non nuoce, entro in un piccolo negozio di abiti da sposa e cerimonia vicino casa mia. Vengo accolta da un cane meticcio, e già questo mi piace molto. Dopo il cane arriva la padrona, che dopo avermi posto la fatidica domanda “e quando?” comincia a prendere in considerazione il mio caso.
Mi propone degli abitini da invitata: belli, normali, eleganti, ovviamente non bianchi. Ma ci stiamo già avvicinando: sono sensati…
Poi mi porta in uno stanzino che sembra l’officina delle fate, tutto rosa e specchi con decine di abiti da sposa meravigliosi. Nuvole preziose. Anche io che non li amo sono rimasta incantata, non riuscivo a deglutire.
“Abiti provenienti da una sfilata, venduti a meno della metà del loro prezzo. Se te ne piace uno, possiamo tagliartelo corto. E con l’avanzo ti facciamo un coprispalle, o quello che vuoi”.
Ed è così che mi sono anche tolta lo sfizio di provare gli abiti classici, da cenerentola. Alla fine ovviamente lo ho trovato: con un corpino di pizzo color avorio e una gonna svasata con tanto di strascico, perfetto per diventare l’abitino corto bon ton stile anni 50 che avevo in mente.
“Ora se vuole può venire a vedere gli abiti per lo sposo, così poi ce lo manda…” mi dice la signora mentre usciamo dal camerino. "Pensavo al blu", le rispondo. È stato lì che ho capito che "lo sposo", inevitabilmente, è destinato a perdere la sua identità per essere ridotto ad ornamento della consorte. Non so gli altri, ma Apprendista mi pare che non ne soffra molto.

12 settembre 2011

Le partecipazioni: il punto di non ritorno

A mio parere la prima cosa da fare, il primo pensiero da togliersi. Appena hai definito il nome del marito e la data e il luogo delle nozze puoi fare le partecipazioni. Così hai tempo per vedere tutti e portargliele, senza dovere organizzare due settimane di pellegrinaggio ininterrotto tra amici e parenti. Anzi, se appena è possibile con i tempi, cerca di averle pronte per il periodo di natale: a natale dovrai comunque incontrare tutti.
E poi sono il punto di non ritorno: fatto questo saprete di non potere più tornare indietro, arriverete fino all'ultimo stadio, quello in cui vi parrà normale chiamare dei tavoli per nome.
Anche in questo caso, io che son partita con l’idea del “facciamo tutto noi che tanto è tutto facile” sono poi rimasta incerta di fronte alle mille possibilità di partecipazioni possibili, dalle più elaborate, alle più preziose alle più spiritose (e datemi retta: quando vi dicono che una cosa è "spiritosa", a meno che non abbia a che fare con il compleanno di un minore di anni dieci, significa che non la si può guardare).
I cartoncini bianchi semplici che avevo in mente mi sono sembrati di colpo nudi e inadeguati. “Devono essere speciali”, “devono parlare di te”, “devono stupire” dicevano convinte le future spose dai vari forum on line, descrivendo i loro cartoncini tempestati di swarovski, dipinti a mano con polvere d’oro, o le loro buste chiuse con le chele di un astice vivo.
Stavo quasi per comunicare ad Apprendista che avremmo dovuto vendere l’auto per comprare un centinaio di foglietti di carta quando ci ho ripensato: è vero che nei negozi si vedono anche partecipazioni bellissime, ma i miei gusti sono comunque molto classici e semplici, quindi in ogni caso non mi sarei orientata su qualcosa di troppo elaborato. Ho ripreso in mano i miei cartoncini avorio tagliati grezzi, ad un lato ho legato un nastrino di raso blu e ho fatto un bel fiocchetto. Semplicissimo. Ma mi piace.
Spesa prevista per 100 partecipazioni: 80 euro per cartoncini, inviti e buste, 20 euro di nastro. Alla stampa penserà Apprendista, e viste le prove che mi ha fatto vedere direi che devo preoccuparmi.
Intanto ho definitivamente deciso che tutto dovrà essere nei toni dell’avorio e del blu.


- consiglio della Strega 1: mi raccomando … se dovete fare dei "bei fiocchetti" cercate su internet come si fanno…troverete dei video davvero illuminanti e scoprirete che quelli che avete fatto finora vanno bene (forse) per le scarpe

- consiglio della Strega 2: in questo periodo ho guardato tanti siti, forum, guide, eccetra. Uno dei pochi che mi è piaciuto, che non mette ansia da prestazione, secondo me è questo: http://salvatelasposa.blogspot.com/



8 settembre 2011

La Strega Events, per servirvi

In pochi giorni, la risalita dal baratro e la riscossa. Bigliettini, fiocchetti, confettini, pizzi e cuoricini non mi fanno più paura. Li domino, li sbaraglio come niente. Fatevi pure sotto, commesse e sposine invasate del “giorno da favola”. Mi fate un baffo, ormai.
All’improvviso, la schiarita: mille piccole cose sono andate a posto nel modo più semplice possibile, erano già lì e semplicemente non le vedevo perché in questi mesi tutti quelli che mi dicevano “eh, no: è un matrimonio, deve essere speciale!” mi hanno creato una gran nebbia davanti agli occhi. E invece no: non deve essere tutto speciale, deve essere tutto CURATO!
E io sono capacissima di curare ogni singolo dettaglio, anzi sono quasi una malata dei dettagli, sono al limite del disturbo ossessivo compulsivo, lo ho scritto anche qui nel blog in tempi non sospetti: tutto perfettamente in ordine, e in perfetto accostamento cromatico, pure. Oppure una “perfettina tritapalle”, come preferisce teneramente definirmi il mio futuro sposo.
Nei prossimi post, direttamente dalla mia tabella excel “wedding planning – spese e promemoria”, una descrizione di come sto affrontando ogni singola incombenza, nella speranza che potrà essere utile a qualche futura lettrice in difficoltà.

1 settembre 2011

Questo matrimonio non s'ha da fare? (parte seconda)

Ogni atto che paia di per sé facilissimo e piacevole se devi metterlo in pratica per un matrimonio diventa complicato. Confezionare un regalino, scrivere un biglietto, comprarsi un vestito nuovo all'improvviso ti sembrano impegni meno allettanti che pulire i pavimenti.
E ovunque vai trovi membri di un esercito di commesse esperte che ti trattano come se fossi un bambino che vuole comprare un'astronave. "E quando...?" è la domanda di rito a cui devi rispondere se vuoi essere almeno presa in considerazione. A che stadio sei? Sembra di andare da un medico con un male gravissimo, a cercare di capire se qualcosina, forse, si può ancora fare.
E con i parenti, con i miei soprattutto, non va mica tanto meglio.
Sempre nell'intento di "portarmi avanti con le incombenze", comincio a chiedere a mia mamma di recuperare i certificati del battesimo e della cresima.
“Fammi pensare… quello della cresima dovrebbe essere nel secondo cassetto dell’armadio della camera da letto. Lo so perché ho sempre tenuto lì una delle bomboniere che ti ho fatto fare… erano così particolari… e anche il tuo vestitino, ti ricordi? Eri così carina che ti hanno fatto portare le offerte all’altare, ti ricordi che la bambina dietro di te, che portava il cero, ti stava incendiando i capelli?”
“e quello del battesimo?” cerco di arginarla io, che non ho particolarmente voglia di ricordare di quando ho rischiato di essere arsa viva in chiesa, nel giorno della mia cresima.
“Quello del battesimo non ho proprio idea. Se non lo sai tu dove l’hai messo, è roba tua.”
Ecco: lasciamo stare anche i documenti. Me ne vado prima che tenti di ricordarmi di quando finito il battesimo mi sono infilata il certificato nel pannolino e poi sono andata al bar a farmi uno Spritz con amici e parenti.