2 febbraio 2012

Ucci Ucci sento odor di Cristianucci (2)

A sorpresa, riprendiamo a parlare delle temute creature che mi perseguitano nella vita lavorativa: i bambini. A branchi, del tutto inaspettati, mi assalgono da ogni dove.
Si era parlato qui: http://casettadistreghe.blogspot.com/2009/12/ucci-ucci-sento-odor-di-cristianucci.html#comments della mia primissima e faticosa impresa con le scolaresche in visita nello stabilimento dove lavoravo tanti anni fa.
In tempi più recenti una collega mi ha comunicato che avevamo avuto l’incarico per una consulenza in materia di sicurezza alimentare. Roba per me. Nello specifico, controlli presso le mense scolastiche.”Nei centri di preparazione pasti?” Chiedo. “No, no:  direttamente presso i refettori”. “Ucci Ucci. Chissà quanti Cristianucci…”
Infatti: centinaia per volta, che urlano tutti insieme finché una qualche maestra disperata non estrae un fischietto emettendo un sibilo assordante che ha il potere di zittirli per 27 secondi di fila. Ne esco sconvolta: peggio di un giro sulle montagne russe mentre guardi un film horror mentre ti fanno la ceretta.
Ma il peggio del peggio sono le riunioni con le mamme. Mamme preoccupate perché i loro pargoli mangiano poco, perché le pietanze sono strane, perché le pietanze sono sempre uguali, perché il cibo è caldo o perché il cibo è freddo ma anche perché è “troppo tiepido”. Lo giuro.
E io ormai ho imparato che non posso ribattere niente, che a nulla vale il fatto che il cibo sia oggettivamente buono, perché “sì dottoressa, ma lei non ha figli…”. Anche il loro ginecologo non aveva la patatina eppure le ha aiutate a partorire, ma questo loro non se lo ricordano.
Mamme che forse si sentono mortalmente in colpa per quel pasto che le creature consumano fuori casa, confezionato da fredde mani estranee, e che temono che questa loro assenza comprometterà irrimediabilmente la crescita mentale e fisica dell’esserino. Il quale esserino a mio parere se ne frega, mangia quello che gli va e lancia in giro il resto, gridando come un pazzo nelle mie orecchie. Tanto poi alle 16.30 fa il faccino da orfanello e mamma gli compra le patatine.
Ultimamente si fanno i controlli al refettorio con i genitori: ovvero succede che una delle mamme affronta e supera l’occhiataccia del capoufficio e si scapicolla fino alla scuola per controllare di persona a quali sevizie sono sottoposti questi piccoli David Copperfield e quali velenosi intrugli sono loro somministrati.
Al refettorio le mamme dovrebbero stare con me, limitarsi a guardare e assaggiare, ma non ce la fanno proprio.
Girano tra i tavoli, cercano i loro piccoli, gli amichetti che conoscono meglio. E cominciano a dare buffetti consolatori, a chiedere se proprio non vogliono assaggiare nemmeno un pezzettino, per piacere e per amore della Madonna e di Gesù Bambino che è morto per noi tutti.
E poi mi guardano sconsolate: “ha visto? quando è arrivato il pesce uno ha fatto il gesto di turarsi il nasino!” . Straziante, roba da Libro Cuore. Meno male che ha lasciato il cellulare in cartella se no avrebbe chiamato il Telefono Azzurro.

2 commenti:

  1. Quella del troppo tiepido è una cosa fuori da una logica umanamente pensabile!

    RispondiElimina
  2. a tutte queste mamme apprensive e a questi bimbi viziati (mi ci gioco lo stipendio che son viziati!) proporrei il metodo di mia nonna: non ti piace quello che hai nel piatto? Bene, salti il pasto!

    RispondiElimina