29 settembre 2009

(ancora) al rogo?

Ieri sera ho visto la tasmissione di Gad Lerner, personaggio che ad essere sinceri non amo particolarmente. Epperò l'argomento trattato, ovvero l'uso delle donne come puro ornamento, come superfluo ma irrinunciabile pezzo di una scenografia, mi sta molto a cuore.
E due pensieri frullano nella mia testolina di strega.

1. Che si parli di non mostrare più culi e cosce proprio la sera in cui rientri dopo una estenuante seduta di aerobica e g.a.g., distrutta ma felice con l'acido lattico che ti ottenebra il cervello, ti fa innervosire un bel po'.

2. E questa è seria. Forse è più colpa nostra (delle donne, intendo) di quanto vogliamo ammettere. Credo che qualche strumento per scegliere, per farci sentire, per farci temere, anche, ce lo avremmo. Invece no. Accettiamo di vedere ragazzine di 19 anni che ballano seminude davanti ad attempati signori in giacca e cravatta. Troverei più onesto mandare in onda un film porno. Più facile da spiegare. Io adoro le donne e sono profondamente convinta che possediamo una forza particolare, che probabilmente ci deriva proprio dall’aver dovuto subire incessanti sopraffazioni. Purtroppo credo anche che ci sia rimasta una sorta di radicata abitudine all’accettazione. Siamo più della metà degli elettori e più della metà dei consumatori e accettiamo di essere considerate una minoranza da tutelare, accettiamo di vedere il mondo come lo guarda un uomo. Perchè?

NOTA: questo non è un post contro gli uomini, non perdete tempo a condannarmi al rogo. È solo il mio punto di vista contro il modo di usare le donne, e peggio ancora le ragazzine.

28 settembre 2009

Io pranzo da sola (che è meglio)

Preferisco evitare di ritrovarmi a pranzo nel "cucinino" dell'ufficio con tutta la popolazione di segretari, impiegati, centralinisti. Parlano tutti ad alta voce, ognuno cercando di sovrastare gli altri di qualche decibel, ognuno raccontando un qualche suo aneddoto, ognuno per nulla interessato agli argomenti altrui.
Fondamentalmente credo di essere una stronza snob, ma tant'è. Io a pranzo esco a fare spese, oppure me ne resto al mio piccì, oppure vado al bar con qualche selezionatissimo collega stronzo e snob come me. E poi devo dire che le rare volte in cui mi sono intrattenuta presso il "cucinino" ho creato scompiglio.
Un giorno una giovane stagista urlava di una sua nuova conquista, contemporaneamente ad altre dieci che vociavano di pappe, cacche, tate e maestre di scuola. "Il guaio è che si chiama come il mio ex..." si sgolava la giovane maliarda. "E come si chiama il tuo ex?" chiedo io. "Marco". "E di che ti preoccupi, Marco è un nome comune, chi non se ne è passati almeno un paio?".
Finalmente: silenzio.


25 settembre 2009

Risveglio a casetta di Streghe

A Casetta di Streghe la sveglia suona prima delle 7. La sente per prima Pasticcia che esplode in salti di gioia per salutare il nuovo giorno. Se Apprendista si è fermato per la notte la piccoletta corre da lui e tenta di baciarlo e abbracciarlo a tradimento. Non sentendosi adeguatamente corrisposta viene da me e comincia a percuotere il letto e la mia persona. “Lasciatemi stare”, borbotto cercando rifugio verso il centro del letto. Da quelle parti trovo Apprendista, che tenta di baciarmi e abbracciarmi a tradimento. “Lasciatemi stare” borbotto. E mi creo una invalicabile barricata di cuscini. Piano piano si affaccia Brodina, poggiando delicata una zampina sul letto: “disturbo? dobbiamo alzarci? Ci sei ancora? Mi vuoi ancora bene? Ommiodio che agitazione, che ansia, che patema”. Esco dai cuscini e la abbraccio: “massì-picci-picci-tesorina-cagnina-brodina-mia ora mi alzo e fai la pappa e tanti-baci, tanti-baci, tanti-baci”. Se non si fosse capito il mio punto debole è Brodina.
Dopo una bella colazione la smetto di brontolare che “e io ho sonno”, “e come è dura la vita”, “e non mi fate mai dormire”, “e come sono infelice”. Riempio le ciotoline delle mie cagnette di Strega e, pur parendomi di avere distribuito porzioni uguali, magicamente Pasticcia finisce tutto in un nanosecondo. Tutti i giorni lei si avvicina alla ciotola di Brodina, ancora piena. Tutti i giorni le prende sia da Brodina che da me. Tutti i giorni mi risponde che “ecco, se era per maltrattarmi e farmi morire di fame tanto valeva che mi lasciaste in canile orfanella” e io allora mi commuovo e le allungo un biscotto di nascosto. Mi ha addestrata benissimo, non c’è che dire.
Dopo colazione torniamo tutte a letto. “Ma perchè cavolo ti alzi all’alba maledicendo il mondo, allora?” chiede Apprendista. Semplice, se mi alzassi dopo non avrei tempo di tornare a letto. A noi ragazze piace fare tutto con calma, ma lui proprio non la capisce.
Dunque torniamo a letto, poi io mi alzo, mi lavo, mi vesto, mi svesto, mi rivesto, mi pettino, mi... pronta! Sveglio Apprendista che nel frattempo si è assopito aspettando.
Prendiamo i guinzagli per la passeggiata. “Sììììììììììììììììììì!!! A spasso! A spasso! A spasso!” grida Pasticcia saltellando come un topo-canguro da corsa. “Usciamo? Farà freddo? Sarà pericolso? Devo mettere il guinzaglio? Mi farà male? Sarà pericoloso?” chiede Brodina.
“Si ragazze, vi porto a spasso” ci dice Apprendista. E si va.


23 settembre 2009

Della dolce vendetta

C'è stato un periodo in cui ho sofferto tantissimo a causa di una persona che mi ha trattata come uno scopino da cesso. Ovvio che qui si sta parlando di uomini, e di quelli peggiori: gli ex.  Ho versato tutte le mie lacrime. Poi mi sono accorta che invece non erano tutte, ne avevo lì ancora un bel po'. Finché piangendo piangendo sono andata a schiantarmi con la macchina e allora ho pensato che forse era il caso di smetterla di piangere e guardare dove andavo. E pian piano al posto della voglia di lacrime ho cominciato a sentire un prepotente desiderio di vendetta.
Io alla fine me la son fatta passare e non ho messo in pratica i miei piani, dopotutto porto il mio culetto sulle panche di una Chiesa tutte le domeniche mattina. E poi le Streghe non fanno di queste cose.
Epperò, com'era bello pensarci!
Un classico, sempre adatto: esternare le tue emozioni e scrivergli tutto quello che pensi di lui. Sul cofano della macchina.
Per farti ricordare: programmare millemila sveglie, tv, radio, e cucù a tutte le ore della notte. Nascondendole bene e lasciando tutto il tempo di riaddormentarsi tra una e l'altra.
Per fargli capire cos'è "per sempre": invitare a casa sua dei testimoni di Geova e dirgli di tornare quando vogliono. Meglio la sera.
Da vera donnina di casa: nascondere manicaretti, gamberetti e pesce fresco sotto il divano, nei cuscini, dietro i mobili...
Da donna moderna: chiamare un bel numero erotico a pagamento col suo telefono di casa e lasciarlo in linea... lasciarlo in linea... lasciarlo in linea...
Insomma qualche idea ce l'avevo. Le scrivo qui perchè mi pare un peccato sprecarle, con tutti gli "ex" che ci sono in giro... Fatemi sapere se a qualcuno sono stata utile e anche se avete altre proposte...non si sa mai.


21 settembre 2009

Il messaggio

Era un lontano e piovoso pomeriggio di settembre di parecchi anni fa. Chiacchieravo al telefono con una mia carissima amica (le Streghe hanno sempre ottime amiche), e l'argomento era come rispondere al messaggio di un ragazzo con cui ero uscita qualche volta in modo da essere cortese ma facendogli capire che non avevo più voglia di frequentarlo. Ai tempi ero una svolazzante e spensierata Streghetta che faceva del suo meglio per rallegrare i suoi ammiratori. Non che ora io sia una donna dalla salda moralità: semplicemente sono pigra e non ho più voglia di giri sulla giostra, sempre uguali.
Comunque, dopo mille bozze e un labor limae che neanche il Bembo, esausta, propongo: e se gli scrivessi
"stasera purtroppo non posso, e tanti auguri di buon Natale"?


17 settembre 2009

Stranestrategie

Io, Apprendista, Brodina e Pasticcia in un bel negozio di articoli per animali. Shopping. Brodina guarda perplessa i giochini, Pasticcia sgambetta gridando che se non riuscirà a liberarsi e a raggiungere i biscottini sfusi la sua vita non sarà più degna di essere vissuta. Io cerco di convincere Apprendista che se non compreremo quei collarini di pelle con i brillantini la nostra vita non sarà più degna di essere vissuta.
Proprio mentre eravamo tutti cotanto impegnati, un cagnetto nero sbuca dal bancone. E' un attimo: arriva e azzanna le chiappe di Brodina. Lei comincia a gridare che "aiuto aiuto mi picchiano", io pure grido perchè a me toccatemi tutto ma non la mia Brodina (sì: faccio le preferenze, mettiamolo pure in chiaro da subito) e Apprendista in qualche modo riesce a spostare la vittima del pestaggio e cerca di mettersi in mezzo.
Con la stessa lentezza con cui una ciocca bionda della mia creatura va a posarsi sul pavimento arriva la proprietaria del negozio che ci fa tante scuse. "Ma sapete, da quando ha fatto i cuccioli ha cominciato a fare così. Cattiva! Spero tanto che prima o poi ne trovi uno che gliele ridà!".
Dunque. Aspetta, forse non ho capito bene. Hai un negozio di minchiatine per animali. Ok. Chi ci entra, se non deve usare i guinzagli e i croccantini per fare giochi erotici, evidentemente ha degli animali. In più è ovvio che i tuoi clienti hanno perso completamente il senno per i loro animaletti, perchè nessuna persona in possesso delle sue facoltà mentali comprerebbe quel collarino di pelle coi brillantini da venti e passa euro. E... tieni libero il tuo cane sapendo che appena può corre ad azzannare le chiappe dei suddetti venerati beniamini? Ottima strategia di vendita, non c'è che dire. Ma lì Brodina non ci torna di sicuro.


15 settembre 2009

Buon Vicinato

Mattina. Incontro la mia Vicina, raggiante neosposa tanto tanto carina e gentile.
V: ciao Strega, come va?
S: ciao! É da un po’ che non ti vedo, siete stati in vacanza?
V: sì, qualche giorno al mare dai miei, sai, l’ultimo sole ...
S: che bello! Io e Apprendista invece siamo stati in montagna: tante passeggiate con le cagnette...gran dormite e gran mangiate!!
V: ah!ah! bravi! A presto allora, buona giornata!

Poco dopo. Incontro il misterioso Gnoccolone di origini ispaniche che occupa l’ultimo piano. Non ho ancora capito se ci vive o se vi svolge oscure attività.
G: buenas dias!
S: buongiorno a te.
G: stanno bene i perros?
S: benissimo, grazie!
G: è qualche giorno che non li vedo in giardino...
S: ma sai, sono stata via, in montagna. Lunghe passeggiate, il contatto con la natura, adoro queste cose.
G: maravilloso... Buona giornata!



14 settembre 2009

La crisi

Faccio un bellissimo lavoro e ho la fortuna di rapportarmi spesso con quei pochi contadini-montanari vecchio stampo che ancora sono rimasti in questo mondaccio. Persone ormai un po' anziane, che conoscono il significato della parola lavoro in un modo che noi sgallettati imbrattatori di monitor non potremo imparare mai.
Li chiamiamo "agricoli": perchè agricoltori presuppone un che di imprenditoriale che questi soggetti proprio non hanno. L'altra mattina ero sola in ufficio e entra un "agricolo."
"El dutur?" chiede riferendosi al mio collega. Spiego che è fuori.
"La signorina lì?" chiede indicando la scrivania della mia collega. Nel mio ufficio siamo tutti professionisti, tutti superlaureati/dottorati/"masterizzati". Ma per gli agricoli gli uomini sono indistintamente "dottori" o "geometri" e le donne sono "signorine" (anche se sei sposata e hai 3 figli: se una lavora non può essere anche "signora", ovvero madre e moglie, come le loro donne. Dottoressa-geometra è improponibile e quindi resti signorina a vita). Comunque non c'è nemmeno la signorina lì.
Si rassegna a parlare con me, ma è chiaro che non si fida.
"El me arriàa questo..." dice porgendomi una lettera.
"Sì, è nostro" rispondo. "Dice che c'è una pratica arretrata da saldare. Ci aveva commissionato qualche lavoro ultimamente?"
"Sì..." non pare convinto "Ma alla signorina...". Come dire che per il lavoro fatto dalla signorina non potrà mica arrivare una fattura vera! Ma siamo matti?
Io sorrido, faccio finta di niente tanto so che mai e poi mai un agricolo sarebbe scortese con una Signorina.
"Allora deve essere proprio quello" dico. "Ma non si preoccupi, non c'è alcuna fretta..."
"Tant'i paghi pù nesù" lo sento che borbotta nel corridoio mentre se ne va.


11 settembre 2009

L'archivio

Suona il telefono, una collega risponde.
"XYZ, buongiorno" ... "Ah, salve, come sta!" ... "Sì, certo, lo abbiamo ricevuto il suo fax" ... "No, il responsabile non lo ha ancora visto" ... "Ah, lo ha sentito lei" ... "Ah, una modifica" ... "Capisco. Solo un attimo".
Colta da un raptus afferra il cestino della spazzatura e lo rovescia sulla scrivania. Completamente. Poi comincia a rovistare come una pazza tra torsoli di mela, tempera di matita e cartacce bisunte di focaccia.
"Sì, lo sto cercando qui nell'archivio. Ecco! lo ho trovato!".


9 settembre 2009

L'apoteosi della schifezza


Raccogliere la cacca di un qualche animale indefinito che il tuo cane ha mangiato e poi vomitato.  Altro che le ali di pipistrello delle streghe delle favole. Dilettanti.


8 settembre 2009

Per capire di chi stiamo parlando

Per capire di chi stiamo parlando basta raccontare un aneddoto a caso. Ne ho qui mille, ne scelgo uno. Fresco fresco, appena di sabato. Io, Apprendista, Brodina e Pasticcia andiamo a farci un bel giro al parco. Dovendo poi andare a pranzo da mia mamma (mirabile personaggio, di cui spero avremo occasione di parlare presto) ci avviciniamo al capoluogo e ci rechiamo all’idroscalo. Che bello. C’è il sole ma non c’è afa, le cagnette zompettano felici, io ho la pettinatura nuova, ho appena fatto una colazione degna di Maria Antonietta e quindi me ne sto zitta e tranquilla, con grande compiacimento di Apprendista.
Dunque passeggia passeggia ci avviciniamo al laghetto (o quel che è, comunque c’è tanta acqua e non è salata, quindi mare non è). Ma che bello. Guarda: le canoe! Guarda: il pescatore! Guarda: le anatr...
Pasticcia: “mieeeeeeeeeeee!!!”
Brodina: “dove vai? Vengo anch’io? È pericoloso? C’è l’acqua? È fredda? È pericoloso? Vengo anch’io? Sarà pericoloso?”
Strega: “Ommariavergine è scappata Pasticcia! O Sacripante guarda dov’è! Pasticciaaaaaaaaa! Apprendista valla a prendere! Avanti, valla a prendere!”
Apprendista: “ma no, adesso torna, dove vuoi che vada. Guardala, sembra un topo!”
Brodina: “Pasticcia torna qui! Torna qui, è pericoloso! O che ansia, che ansia, che patema..”
Strega: “ma guarda che quella non torna... guarda che ormai è in mezzo al lago... guarda che sta raggiungendo le anatre...”
Apprendista: “Ma no, tranquilla...” (intanto, come se niente fosse, si toglie le scarpe) “tieni per favore” (come se niente fosse, mi dà il suo cellulare) “Pasticciaaaaaaa”
“Pasticciaaaaaaaaaa” cominciano a gridare varie persone che stavano assistendo alla scena e “Pasticciaaaaaaaa” chiama un ragazzo in canoa che cambia rotta e comincia a seguirla.
A questo punto tutti noi spettatori seguiamo rapiti un improbabile corteo composto da:
1. Anatra. Non sembra seriamente preoccupata ma comincia a essere davvero scocciata. Ogni tanto svolazza e impreca.
2. Pasticcia. Nuota velocissima. Con una determinazione che neppure i campioni olimpici.
3. Ragazzo in canoa. Evidentemente perplesso.
4. Apprendista, ormai nell’acqua fino alle ginocchia, che ancora dice “Ma no, ora torna...”
E alla fine in effetti è tornata. Vuoi la stanchezza, vuoi la fastidiosa canoa, a un certo punto ha deciso che ne aveva abbastanza. È uscita tutta tremebonda, si è scrollata via l’acqua dai suoi 5 chili scarsi di corpicino, e, anche se non posso giurarlo perchè non sentivo bene, “Fanculo le anatre!” mi pare che abbia detto.



7 settembre 2009

L'inizio

"Ecco, è qui che inizia tutto. Non lo sapevi? E' da quel grande fegato che ti ci vuole per guardarti così, scomposta in mille coriandoli, che ricomincerai(...). Non puoi più essere quella di prima. Prima della ruspa. Non ti entusiasma? Ti avvincerà lentamente. Innamorarsi di nuovo di se stessi, o farlo per la prima volta, è come un diesel. Parte piano, bisogna insistere. Ma quando va, va in corsa. E' un'avventura, ricostruire se stesse. La più grande. Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore delle tende o dal taglio di capelli. Vi ho sempre adorato, donne in rinascita, per questo meraviglioso modo di gridare al mondo "sono nuova" con una gonna a fiori o con un fresco ricciolo biondo. Perché tutti devono capire e vedere: attenti: il cantiere è aperto, stiamo lavorando anche per voi. Ma soprattutto per noi stesse. Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più grande meraviglia.Per chi la incontra e per se stessa. È la primavera a novembre. Quando meno te l'aspetti...".

J. Folla