27 ottobre 2009

Meme, premi e premiati

Ho ricevuto con piacere un meme dalla collega strega Valverde. Mi si chiede di scrivere dieci cose su di me. Dieci segreti. Vediamo un po'...
1. Sono stata io a lanciare dalla finestra il panino che ha colpito la moglie del gioielliere. Ma non ditelo a mia mamma: ho negato per 25 anni e ora comincia a credermi.
2. Discendo da almeno due generazioni di pazzi sia per parte materna che per parte paterna. Ma questo non ditelo ad Apprendista, al limite gli accennerò qualcosa io quando nostro figlio Carlo Magno per Natale chiederà di essere incoronato in San Pietro.
3. Sono una sostenitrice dell’oligocromia. Soffro se l’arredamento o l’abbigliamento comprendono elementi cromaticamente scoordinati. Al punto che abbino le pettorine e i guinzagli delle candistrega alle borsette, scarpe, cappotti. Povere creature inconsapevoli. Vestite rigorosamente uguali.
4. Credo sia immorale che esistano banalissime borsette che costano due o tre rate di mutuo. Epperò le adoro, la borsetta è il bene materiale di fronte al quale perdo il senso del bene e del male.
5. Ho il terrore degli insetti. Quelli grossi, quelli che volano facendo rumore e quelli temibilissimi che saltano. Mi causano veri e propri attacchi di panico. Di solito mi paralizzo, non ho il coraggio di ucciderli e se entrano in casa ne esco io, finché qualcuno non viene a cacciare via il mostro. Una volta, vivevo ancora dai miei, una mia amica è venuta fino a casa mia in motorino per combattere e scacciare una cavalletta... gliene sarò eternamente grata.
6. Ho una limetta per unghie nel cruscotto della macchina: quando trovo code e ingorghi invece che arrabbiarmi io mi faccio una perfetta manicure.
7. Non amo le parolacce, anche se a volte mi scappano. Non è che mi scandalizzi, semplicemente non mi piacciono, come i sandali coi calzini.
8. Ho un grosso diario, di quelli di carta chiusi con un lucchetto, che ho iniziato alle elementari e che talvolta scrivo ancora. Mi chiedo spesso che succederà quando arriverò all’ultima pagina.
9. Con tre mie care amiche una volta abbiamo organizzato un sabbat per streghe dilettanti. Abbiamo dormito in un bosco nei sacchi a pelo. Una serata meravigliosa, tralasciando gli insetti.
10. Davvero sono una strega: riti, candele, incensi, pietre, casetta di marzapane e tutto quanto.
Siccome sono pigra sfrutto lo stesso post per ringraziare la cara Eppi del premio assegnatomi. E passo tutto insieme a: chicca e franz, le cinque streghe dell'ASMR., la Mich, Celiapluma, il Taglia. Certa che ne faranno buon uso e che anche se lo avessero già ricevuto conserveranno comunque anche il mio.


26 ottobre 2009

Strega al lavoro

In ufficio, con il piccì bloccato.
“qui dice che il programma non può riconoscere l’utente”
“hai provato a toglierti gli occhiali?”


23 ottobre 2009

Voci nella Casetta

Quando io sono al lavoro, le mie adorate Candistreghe restano sole con tutti i mostrini e le streghette che popolano la Casetta . E se la spassano e se la raccontano. Proviamo ad ascoltare... c'è un rumore strano ...
Stoctoctoc! ...Stoctoctoc! ...STOCTOCTOC!
Brodina: "allora la vuoi smettere? o stai in casa o vai in giardino! sempre avanti e indietro dalla gattaiola, mi farai venire l'emicrania!"
Pasticcia: "Intanto è canaiola. E poi La Strega ha detto che possiamo passare quando vogliamo, che dobbiamo uscire a far pipì e che si gioca fuori e state attente che dentro c'è il Parchè"
Brodina: "il Parchè? qui? sarà pericoloso? ommioddio che paura, che patema... chiama il mio pissicologo che mi sta venendo una crisi d'ansia..."
Pasticcia: "Parchè è uno disegna delle righe, e che quando c'è lui non si può mangiare in santa pace nemmeno  un osso o un biscotto. Non dev'essere pericoloso. Noioso sì."
Brodina: "e scendi dal divano, lo sai che non si può..."
Pasticcia: "se nessuno ci vede si può...senti che morbidino... Poi da qui si vede il giardino, se arriva un uccello, o una lucertola, o una mosca, o un'ape, o un moscerino piccolo o un qualcosa che pare vivo io corro a prenderlo."
Brodina: "ci vedono le streghette appese al soffitto e infatti quando andiamo sul divano poi La Strega lo scopre sempre."
Pasticcia: "merlooooo! usciamooooooo!" (Stoctoctoc)
Brodina: " 'rivo, 'spetta!" (Stoctoctoc)
Pasticcia: "peccato. Tanto così e lo prendevo. Secondo te tra quanto si mangia?"
Brodina:  "lo dici sempre e non lo prendiamo mai. Si mangerà quando è buio, come sempre. Speriamo pollo lesso e verdurine con tanto tanto tanto brodino caldo..."
Pasticcia: "speriamo scodellone grande e pieno. Entriamo? Cuccia o divano?"
Brodina: "divano."



20 ottobre 2009

Suddivisione dei compiti

SCAMBIO DI E-MAIL:

Apprendista:
"se stasera vieni da me dimmi cosa vuoi mangiare che mi fermo a far la spesa"
Strega:
"mah ...ho una fame! ...un bel risottino con tanti funghi? ...una pasta allo scoglio con tante vongolette?"
Apprendista:
"immagino che alla fine dovrò cucinare io..."
Strega:
"io ho cucinato ieri!"
Apprendista:
"infatti. Hai fame perchè ieri abbiamo mangiato un'insalata."


16 ottobre 2009

Sarà un lungo inverno

Che di mattina faccia un gran freddo, ci sta.
Che faccia un gran freddo e io comunque tutte le mattine porti le cagnette a spasso, pure ci sta.
Ma che io debba lottare e blandirle per convicerle a staccarsi dalla copertina e uscire con me, ecco, questo proprio no.


15 ottobre 2009

Dell'uomo col coltellaccio

Mattina prestissimo, c'è ancora buio, fa freddo. Esco a passeggio con le candistrega e prendo la sterrata che porta verso il bosco, deserta. Tutto è silenzio, si sente solo il rumore delle nostre dieci zampette sui ciottoli. Le cagnette vanno avanti, si fermano, annusano, si fermano. Hanno sentito un rumore. Dei passi. Si avvicina la figura di un uomo, vestito di scuro, capelli grigi. Porta qualcosa sulle spalle, forse un grosso zaino. Guarda i cani, poi mi vede e viene verso di me. Ha qualcosa in mano, un arnese curvo. Riesco appena in tempo ad accorgermi del bagliore della lunga lama di acciaio, e...
"Buongiorno signorina, comincia a far freddo, eh?!"
"Buongiorno! anche oggi va a far legna?"
Ecco, avete capito perchè sono contenta di non abitare più in città e preferisco il mio paesello vicino ai boschi? Perchè in città forse questo post lo avrei scritto tagliata a pezzi e chiusa nello zaino.


12 ottobre 2009

Un post pulp (non adatto agli impressionabili e ai vegetariani)

Arrivo, puntuale, al piccolo macello dove sono attesa. Che poi quando ad aspettarti sono creature già defunte non è nemmeno grave se arrivi un po’ tardi. Semmai l’importante è non arrivare in anticipo. Comunque: mi infilo il camice, raccolgo i capelli nella cuffietta e ricopro le mie scamosciate con i soprascarpe di plastica blu. Alla fine sembro un grosso rotolo di carta igienica, cammino come una papera, ma almeno non rischio di sporcarmi di sangue.
Apro la cella frigorifera, ovviamente gelida, dimensionata per contenere cinque maiali e che appunto è stata riempita con cinque bei suini spaccati in due e appesi. Non c’è nessuno per aiutarmi a portarli fuori. Il mio compito è fare dei campioni di tutti e cinque e poi inviarli al laboratorio. La parte difficile della faccenda è evitare di strusciarmi sui maiali morti come se ballassimo una bachata o di abbracciarli come Jack e Rose sul Titanic.
Comincio dunque dal primo, vicino alla porta, che è il più facile. Man mano che vado avanti mi tocca fare il limbo rock tra zampe, visceri vari e teste.
Sono al quarto, ormai talmente assiderata che comincio a pensare di lasciarmi andare e addormentarmi sul pavimento, quando sento una voce lontana: “dottoressa è già qui? Aspetti che le porto fuori le mezzene, così è più comoda!”. L’allevatore. Voce amica, il Cielo ti benedica ragazzo mio. Il prestante giovanotto estrae dalla cella i cinque maiali e per ultima emergo io, un po’ provata.
Sto terminando anche il quinto quando arriva il veterinario per timbrare le carni. Si lamenta che è stanco, ha fretta e “se tornassi indietro vorrei fare la tua vita!” dice all’allevatore. “Io invece vorrei fare la sua, sempre pulito a timbrare carte!” ribatte l’allevatore ridendo. “A me invece piacerebbe rinascere donna” sentenzia il veterinario come se fosse la soluzione a tutti i mali.
“Ehi, sono qui con voi, mica dal parrucchiere!” faccio notare io, che nel frattempo ho finito il mio lavoro. Tolgo la cuffia e il camice, saluto sostenuta e me ne vado ancheggiando. Arrivo alla macchina ma mi accorgo che c’è qualcosa di strano. Sarà tutto quel freddo che ho preso. No. È che ho ancora i calzerotti di plastica blu.


9 ottobre 2009

A Brodina, per la sua festa

Son passati due anni, e mi sembrano venti. Forse siamo state tradite e abbandonate più o meno nello stesso periodo, e se allora avessi potuto immaginare che da qualche parte in mezzo a una strada c'eri tu, sola, disperata, affamata, avrei saputo portare le mie corna con un po' più di serenità, perchè in fondo la mia solitudine non mi rendeva certo inerme come dovevi essere tu.
Quando ci siamo viste per la prima volta credevo di essere nel fondo del mio baratro personale, di non avere in mano più nulla di tutta una vita che mi ero costruita in tanti anni. E invece tu sei stata il mio primo passo verso la risalita. Tu sei stata il primo momento in cui ho alzato la testa dal mio ombelico e ho guardato avanti, ho pensato a qualcosa che non ero io e non era il passato: eri il futuro, e io non lo sapevo.
Non so dirti come sia nata in me la scintilla di vita che mi ha portata a entrare in quel canile e portarti via. Erano ormai parecchi mesi che mi sentivo come un involucro vuoto, lui mi aveva portato via tutto quello che ero, e quel giorno avevo dovuto riunire le mie poche forze per riuscire a tornare in quella casa e recuperare le mie cose. E' stato mentre venivo via, con la macchina tutta piena dei cocci della mia vita, che mi sono fermata a prenderti. Come tremavi... Ti ho piazzata in mezzo alle borse, tra le pentole e il mobiletto di nonna, e sei rimasta immobile. Per dire la verità non è che poi tu sia diventata molto più dinamica...
E' stata dura per entrambe, risalire dal baratro, ma direi che abbiamo fatto un buon lavoro. Dopo tanto girare ora siamo qui, finalmente nella nostra Casetta nuova, e ci siamo ricostruite insieme.
Ti adoro perchè sei tu e non potevi essere altrimenti e perchè rappresenti la parte di me di cui vado più fiera, quella che va avanti.
E per questo ti abbiamo comprato la copertina nuova per l'inverno che volevi tanto!

7 ottobre 2009

Questione di stile

Una sera, all'improvviso, afferro lo scintillante contenitore di vetro dove tengo le mie mille limette per unghie, cremine per le mani, smalti, levapellicine, tronchesini colorati, pietre pomici. Il necessario per la manicure, insomma. Ben conoscendo la dedizione, l’impegno e soprattutto il tempo che dedico alla suddetta operazione, Apprendista si oppone.  “Strega ma è quasi pronto, non metterti adesso a trafficare con quella roba che è ora di apparecchiare”. Serafica gli rispondo di non preoccuparsi, che "quella roba" non è per me ma per risolvere una grave problematica che affigge la vita a Casetta di Streghe: la ricerca della chiave giusta.
In effetti chi ha progettato il condominio di Streghe doveva avere una perversa passione per le serrature e le chiavi visto che ha dotato il complesso di almeno una decina di portoncini, ciascuno con almeno due o tre serrature, tutte diverse. Appena trasferita, entrare in casa pareva un po’ come fare la settimana enigmistica. Comunque. “Ora le divido per categoria e le coloro tutte con gli smalti!” esclamo. “Il portone davanti sui toni del rosso, quelli sul retro rosa, la zona dei box bianco perlato”.
“Forse ti sfugge che hanno già creato dei cappuccetti per le chiavi fatti proprio apposta...”
prova ad obiettare Apprendista, sempre pronto a tarparmi le ali.
Ma io come sempre non lo ascolto e in breve tempo porto a termine il mio bel lavoro. Abbiamo i mazzi di chiavi più scintillanti e glamour di tutto il paesello.
“E questa cosa sarebbe?” mi chiede Apprendista osservando una chiave piccolina che ancora sta asciugando.
“La cantina. Avevo finito i colori e ho dovuto farle la french...”


5 ottobre 2009

La Donna Perfetta

La Donna Perfetta esiste. E' talmente inarrivabile che non riesco neanche a provare invidia. Del resto limitarsi a stimarla sarebbe riduttivo. Così la osservo, come una creatura meravigliosa e diversa. Come si osserva un beluga all'acquario, per intenderci. La vedo passare per i vialetti del parco dove vado a passeggio con le cagnette di strega. Lei, tutte le sere, corre. E veloce, anche. Tanto che la sua figliola, circa dodici anni, la segue in bicicletta.
E mentre corre veloce, e mentre la sua devota pargola le pedala dietro, lei la interroga sulla lezione di scuola per il giorno dopo. Ecco. Massimo rispetto per il beluga.




2 ottobre 2009

chi lascia la strada vecchia per la nuova...

...sa cosa perde e non sa cosa trova! Appunto. Immensa delusione. Mi sono fatta tentare dalla nuova crema spalmabile Magnum. E già sento la mancanza della cara, rassicurante, assolutamente perfetta Nutella.
Non lo farò più, è stata solo una scappatella. Ma il mio cuore è sempre rimasto suo.
E voi: cos'è che non avreste proprio dovuto cambiare?
Buon fine settimana!