12 dicembre 2011

Bombobombo

Se cercate spunti sul web, tra le dolci sposine che si scambiano consigli, la prima cosa che dovete sapere è che la bomboniera, il "cadeaux de mariage", in gergo la dovete chiamare “bombo”.
Ora, io sono una che ama usare poche semplici parole ma quelle che servono le voglio tutte intere. Sono una che rifiuta l’uso della lettera “k”, anche negli sms. Epperò alla bombo ho ceduto. Attanagliata dai dubbi e dallo stress (le faccio o non le faccio, e se le faccio dove le metto, e se me le faccio fare quanto le pago, e se le pago poi son sempre robe che van buttate) alla fine infervorata digitavo “sos bombo” sulla tastiera e in cuor mio sono arrivata a chiamarle le “minchiobombo”.
Ma analizziamo con calma il problema. Io ero partita sicura con l’idea di fare una donazione a qualche associazione di beneficenza, scrivere su un bigliettino “cari ospiti, invece che comprarvi un orrido fermacarte di penne di cocorita albina abbiamo preferito dare un contributo alla ricerca contro le vene varicose” e ficcarglielo dentro una bustina con i confetti. Fatto.
Quando però si passa alla gestione pratica della faccenda, ecco che si inizia a considerarla diversamente. Tanto per cominciare, la spesa. Un sacchettino decente per i confetti costa almeno un euro e cinquanta, più i confetti, più i biglietti, più la stampa, più l’offerta. Già: quanto dovrò dargli a quelli delle vene varicose?
Ecco, sinceramente tutti i miei buoni sentimenti relativi alla suddetta offerta stavano per essere soffocati dalla lunga serie di obblighi correlati. Compreso quello di renderla nota a tutti, guarda come siamo stati morigerati, proprio in un giorno in cui tra vestiti, cibo e inutilità varie si scialacqua un piccolo patrimonio. Insomma, pur avendo sempre apprezzato chi ha fatto questa scelta, ho cominciato ad avere qualche dubbio sul fatto che fosse quella giusta per noi (per me, in realtà: lo sposo a questo stadio dei preparativi è una figura del tutto marginale). Comunque. Di rinunciare completamente alle “bombo” non ho avuto il coraggio, visto che sono destinate agli ospiti e non a me. Quindi si trattava di trovare qualcosa che non fosse orrendo, che costasse poco, e che non avesse l’insopportabile pretesa di esser conservato “per ricordo”.
Alla fine ho deciso di farmi fare delle confetture da un mio agricoltore, alle quali metteremo un’etichetta coi nomi e la data. Il tutto in un sacchettino, insieme agli immancabili confetti. Spesa ragionevole: circa quattrocento euro di confetture (noi prenderemo dei vasetti belli grossi, ma potrebbero andare benissimo anche più piccini), circa cinquanta euro di sacchetti e fiocchi, e un altro centinaio di confetti.
Casomai alle vene varicose ci penserò più avanti.

5 dicembre 2011

Nude, ma per...chè?

In Russia nude al seggio per elezioni "libere", si legge oggi sul Corriere. Femministe ucraine in piazza a seni nudi, ho letto qualche giorno fa. Anzi, queste le ho anche viste, che avevano fatto un'intervista alla tivvù. Intervista a tette al vento, ovviamente, per scandalizzare noi gente comune che una bella ragazza nuda in tv non proprio non l'avevamo mai vista. Nude per i diritti degli animali, contro le pellicce, contro le ingiustizie e le brutture tutte di questo mondo. Tutte uguali, poi, queste nude per. Tutte giovani, tutte taglia 42, tutte dal petto bello tondo e sodo, atto alla rivendicazione. Tutte perfette, mai una che nel fermento della protesta dimentichi chessò, di depilarsi l'ascella, e si mostri nuda e pelosa per.

  

29 novembre 2011

Nessun titolo gli renderebbe giustizia...

Apprendista: "Strega, dovresti comprare uno di quei bei cosi di plastica per metterci il pane"
Strega: "bel coso di plastica è un ossimoro"
Apprendista: "Strega, dovresti comprare un bell'ossimoro di plastica per metterci il pane"

23 novembre 2011

Oggi vi mando tutti qui:

http://natividad-blog.blogspot.com/2011/11/diciamo-tutti-basta-alle-pellicce.html

Perchè anch'io ho notato quest'anno nelle vetrine un imperversare di bordi, colletti, stivali e borse di pelo. Non mi permetto di fare prediche, proprio io che vivo nelle contraddizioni... Io che con gli allevamenti ci lavoro, che nei macelli ci vado, e che a diventare vegana per ora proprio non ce la faccio. Non riesco a pensare di rinunciare alla mozzarella sulla pizza.
Però almeno ci vorrebbe consapevolezza: quando mangio un pezzo di formaggio o una fetta di prosciutto io ce l'ho bene in mente la faccia di un animale che viene ucciso. Il sangue, il rumore, i visceri, la forza fisica che ci vuole per spaccare una carcassa in due.
E alla fine succede che di formaggio e prosciutto ne sto consumando meno, e almeno al bordo di pelliccia non cedo. Ecco, a volte ho la sensazione che la gente, tanto abituata a trovarsi di fronte ai "prodotti finiti", semplicemente non si ricordi più da dove arrivano.
Dietro a quasi tutto c'è lo sfruttamento e la sofferenza degli animali: dietro agli ortaggi ci sono gli animali su cui devono essere testati i fitofarmaci, dietro alla lana c'è l'allevamento delle pecore (realtà che non conosco affatto, ma per esperienza so che quando un animale è solo un mezzo per produrre reddito tanto bene non se la passa, poco importa se per produrre deve essere ucciso in maniera diretta o no), dietro ai piumini ci sono le oche a cui le piume vengono strappate. L'importante è rendersene conto, poi ciascuno può decidere se preferisce rinunciare a qualcosa.
Io alla borsa di pelo rinuncerò senza sforzo alcuno.




22 novembre 2011

Del perchè potremmo divorziare presto, ma anche no

Io sono una maniaca ossessiva compulsiva. Di quelle che controllano la stessa cosa ventisette volte, e ancora non stanno tranquille. Sono fissata con l'ordine, e più precisamente con quell'ordine che io ho deciso che le cose debbano avere. Non mi basta che tre barattoli siano in fila perfettamente allineati: se ho deciso che devono essere in fila perfettamente allineati in base all'ordine alfabetico del loro contenuto sono capace di alzarmi dal letto all'una di notte per verificare che così siano.
Soprattutto sono ossessionata dai colori. I miei vestiti nella cabina armadio sono rigorosamente catalogati per appartenenza cromatica e sfumatura. Il pigiama lo devo coordinare al piumone. Le pantofole al pigiama e i calzini alle pantofole. Insomma non sono una personcina facile, diciamocelo.
Ma neanche Apprendista lo è, facile. Lui è il Casinaro Fatto Uomo, lui quando accende una luce non la spegne, quando apre un'anta non la chiude, quando si toglie una scarpa in mezzo al salotto e una in cucina lì le lascia fino alla fine dei tempi. Lui tiene la sua cabina armadio in uno stato tale che una volta che ci sono entrata poi sono corsa a controllare il mio portagioie, convinta che fossero arrivati i ladri in casa. Da allora non ci vado più.
Quindi sì, spesso il clima è teso, gli insulti e i "malefizi" volano. E potremmo divorziare ben presto, a logica. Ma anche no, perché uno come lui non entra mai nel merito del perché ho deciso che il sale deve stare a destra e lo zucchero a sinistra. Sbuffando andrà a riprenderlo dal bagno dove lo ha dimenticato (sì, sì: lui come niente ti lascia lo zucchero in bagno) e lo mette dove ho deciso io. E se domani dovessi fissarmi che lo zucchero deve stare in bagno, per lui è uguale, non fa una piega.
E poi, anche se non capisce, partecipa. Per esempio ieri, quando la commessa mi ha proposto di comprare gli impermeabilini per le Candistrega di due colori diversi lui la ha stroncata: "no, guardi, questo non è proprio pensabile. Loro si vestono sempre uguali. Non solo i cani proprio tutte e tre, intendo..."


9 novembre 2011

Lo fanno apposta

Le Candistrega dormono insieme, che è una gioia vederle. Si svegliano insieme. Mangiano insieme. E allora perchè, io mi chiedo perchè, quando usciamo a passeggio fanno la fila come due inglesi per annusare tutte le puzze in cui vogliono ficcare i loro nasi? Prima annusa Pasticcia, con calma. Guarda Brodina "Ehi, senti un po' qua che bella puzzetta che c'è". Allora, sempre con calma, si avvicina anche Brodina. "ehi, ma è fantastica! che puzzetta sfiziosa!"; e mi guarda, pacifica e scodinzolante. "No, grazie. Io passo il turno". Allora torna alla carica Pasticcia, che su una puzzetta così decide che proprio deve farci pipì. Atteso il suo turno, finalmente anche Brodina con grazia lascia una traccia del suo passaggio. Risultato della procedura tutta: dieci metri di strada in sei minuti e trenta circa, Strega in ufficio in ritardo.

6 ottobre 2011

Grazie, no

C’è un aspetto particolare della cerimonia che voglio veramente curare. Che, come direbbe una perfetta wedding planner, deve essere studiato, deve rappresentarci, deve parlare di noi. Le letture in Chiesa. 
Per questa cosa voglio spendere del tempo, cogliere l’occasione per riprendermi in mano il libro del catechismo, rileggermi le Scritture e alla fine scegliere con consapevolezza, qualcosa di bello e perfetto. 
Anche perché, dando uno sguardo ai soliti siti dei buoni consigli sul web, si trovano robe aberranti. Pare che la gente, arrivata alla settimana prima del gran giorno, si ricordi all’improvviso che i libretti della Messa il tipografo non te li può stampare finché non gli dici cosa deve scriverci sopra. E allora cercano un qualche brano che possa andare, ponendo come criterio di scelta il fatto che contenga le parole “sposo”, “sposa”, “amore”, “moglie” … roba così. 
Ora, se vi va date pure ragione al mio futuro marito quando mi definisce “l’ultima rimasta delle femministe incazzate”, ma io se mi sentissi proporre certe affermazioni non ce la farei a stare zitta. Io rispondo. Io polemizzo! Non è che siccome quel giorno si può mettere l’abito da damina allora bisogna tornare al medioevo. Guardate un po’ cosa si trova: 
Dal libro di Tobia: “…Tu hai creato Adamo e hai creato Eva sua moglie, perché gli fosse di aiuto e di sostegno” e ancora “…Non è cosa buona che l’uomo resti solo; facciamogli un aiuto simile a lui”: ecco, no. Io non sono il boccia di nessuno. Né la badante, né la colf, a meno che non decida di farlo regolarmente, con ferie, contributi, tfr e tutto quanto. 
Dal libro del profeta Osea: “mi chiamerai: Marito mio, e non mi chiamerai più: mio padrone”. Grazie caro, la disponibilità è la tua dote migliore. “Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell'amore, ti fidanzerò con me nella fedeltà e tu conoscerai il Signore”. Amò, pure io stasera a casa ti faccio vedere tutti Santi del Paradiso. Amen. 
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini: “Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa. E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto”. Guardate, io su questa buona proposta ci penso su ancora un attimo. Voi intanto andate a pranzo, pigliatevi la bomboniera, fate pure senza di me che poi magari arrivo.

26 settembre 2011

Di Mendel e degli alleli recessivi

Strega: "Mamma, sto arrivando... parcheggia la bicicletta da qualche parte che sali in macchina con me"
Mammadistrega: "va bene, ora lascio la bici. Sono qui in Viale Lungo, quando mi vedi fermati..."
Strega: "A che altezza di Viale Lungo, dove ti vedo?"
Bordo strada. Canottina giallo limone, gonnellona a fiori fucsia e azzurra, maxiborsa di paglia verde acido.
"Lascia stare. Ti ho vista".


23 settembre 2011

Un altro modo di leggere

Ci sono arrivata per caso, cercando di inventarmi qualcosa da fare durante un lungo viaggio in pulman. Non sono una che soffre il maldauto, ma se mi azzardo a leggere anche solo due righe quando sono in auto o in pulman, tempo massimo 30 secondi e siamo tutti fermi in corsia d'emergenza. 
Insomma purtroppo in pulman non posso leggermi un bel romanzo. Ed è così che mi si è aperto un nuovo mondo: gli audio-libri! 
Ho trovato un sito secondo me fantastico, http://www.liberliber.it, dove è possibile scaricare un sacco di classici gratuitamente. Ci sono anche tanti racconti per bambini: cari mamme e papà, io non sottovaluterei la possibilità di annientarli per qualche ora grazie ad un'attività che inoltre è incontestabilmente educativa...
Ormai me ne vado con le cuffiette nelle orecchie tutte le sere, quando porto a passeggio le Candistreghe; certe volte mi ascolto un bel capitolo anche mentre spolvero o riordino i vestiti (che, essendo io maniaca ossessiva ad uno stadio grave, vengono riordinati abbastanza spesso, suddivisi per categoria, colore, possibili utilizzi, ecc... ma questa adesso non è la questione).
Insomma, quello che volevo dire è che trovo bellissimo che si possa recuperare nuovo tempo per "leggere" anche quando leggere parrebbe impossibile.
Ecco i consigli della Strega:
"Nicholas Nickleby" di Dickens. Beh, Dickens è Dickens e c'è poco da dire. Da quando lo ho sentito non so più se il mio preferito è ancora il David Copperfield... sul sito li trovate entrambi.
"La contessa di Karolystria" di Ghislanzani e "Carta Bollata" di farina: molto carini e buffi.
"Una tra tante" di Emma. Sulla prostituzione, le donne, la società. Terribile e bellissimo. Me ne andavo in giro per strada piangendo, ma tant'è.
Se invece in questo periodo qualcuno mi vedesse andarmene a spasso sghignazzando è perchè nelle orecchie ho "La coscienza di Zeno", di Svevo, che già mi era piaciuto da matti ai tempi della scuola, quindi figuratevi ora.

18 settembre 2011

Il Vestito (quello con la V maiuscola)

In questo sono io che sono anomala, probabilmente. Pur essendo un tipo piuttosto vanerello, molto amante dei vestiti e dello shopping, non mi sono mai piaciuti i vestiti da sposa. O meglio, molti mi piacciono come mi può piacere un’opera d’arte, ma non me li metterei mai addosso, mi sentirei vestita da carnevale. Che fare, dunque? io in realtà in mente ho un'immagine vaga, un po' Audrey Hapburn, un po' Sandra Dee...
Ovviamente nel frattempo ad Apprendista è stato vietato anche solo di pensare ad un vestito prima che ce lo avessi io, quindi stavo bloccando tutta la situazione.
Nei negozi da cerimonia, una sposa che non ama i vestiti da sposa non è ben vista. Passi quantomeno per una strana. Le possibilità sono: abiti da sposa corti o abiti da sposa civile. I primi secondo me sono concepiti per  pazze scappate dal manicomio, i secondi per povere peccatrici penitenti.
Probabilmente chi fa abiti da sposa pensa che quelle poche che cercano l’abito corto devono essere senz’altro molto eccentriche e quindi ci danno dentro con balze, pizzi che escono da tutte le parti, fiorelloni di stoffa appiccicati sul sedere e via dicendo. La sposa civile invece la immaginano come una signora attempata in seconde nozze, e quindi un tailleur castigato color panna è già troppa concessione.
“Ma io cerco un abitino … normale…” cerco di spiegare alla commessa, seminascosta dagli spuntoni di tulle che si diramano dalla gonna a palloncino dell’abito corto che mi sta mostrando.
“Eh, ma cara…. È un giorno speciale, si deve capire che sei tu la sposa”.
“Ma lo sanno tutti, ci conoscono, li invitiamo appunto noi…” cerco di spiegarle.
“Intendo anche qualcuno che passa per caso. Si deve vedere che sei tu la sposa”
“?”. Rinuncio. Rinuncio anche a dirle che con quella gonna in effetti mi riconoscerebbe anche chi per caso sorvolasse la zona su un aereo di linea. Rifiuto di fissare un appuntamento, giusto per provare come mi stanno, e me ne vado sconsolata.
Un giorno, tentar non nuoce, entro in un piccolo negozio di abiti da sposa e cerimonia vicino casa mia. Vengo accolta da un cane meticcio, e già questo mi piace molto. Dopo il cane arriva la padrona, che dopo avermi posto la fatidica domanda “e quando?” comincia a prendere in considerazione il mio caso.
Mi propone degli abitini da invitata: belli, normali, eleganti, ovviamente non bianchi. Ma ci stiamo già avvicinando: sono sensati…
Poi mi porta in uno stanzino che sembra l’officina delle fate, tutto rosa e specchi con decine di abiti da sposa meravigliosi. Nuvole preziose. Anche io che non li amo sono rimasta incantata, non riuscivo a deglutire.
“Abiti provenienti da una sfilata, venduti a meno della metà del loro prezzo. Se te ne piace uno, possiamo tagliartelo corto. E con l’avanzo ti facciamo un coprispalle, o quello che vuoi”.
Ed è così che mi sono anche tolta lo sfizio di provare gli abiti classici, da cenerentola. Alla fine ovviamente lo ho trovato: con un corpino di pizzo color avorio e una gonna svasata con tanto di strascico, perfetto per diventare l’abitino corto bon ton stile anni 50 che avevo in mente.
“Ora se vuole può venire a vedere gli abiti per lo sposo, così poi ce lo manda…” mi dice la signora mentre usciamo dal camerino. "Pensavo al blu", le rispondo. È stato lì che ho capito che "lo sposo", inevitabilmente, è destinato a perdere la sua identità per essere ridotto ad ornamento della consorte. Non so gli altri, ma Apprendista mi pare che non ne soffra molto.

12 settembre 2011

Le partecipazioni: il punto di non ritorno

A mio parere la prima cosa da fare, il primo pensiero da togliersi. Appena hai definito il nome del marito e la data e il luogo delle nozze puoi fare le partecipazioni. Così hai tempo per vedere tutti e portargliele, senza dovere organizzare due settimane di pellegrinaggio ininterrotto tra amici e parenti. Anzi, se appena è possibile con i tempi, cerca di averle pronte per il periodo di natale: a natale dovrai comunque incontrare tutti.
E poi sono il punto di non ritorno: fatto questo saprete di non potere più tornare indietro, arriverete fino all'ultimo stadio, quello in cui vi parrà normale chiamare dei tavoli per nome.
Anche in questo caso, io che son partita con l’idea del “facciamo tutto noi che tanto è tutto facile” sono poi rimasta incerta di fronte alle mille possibilità di partecipazioni possibili, dalle più elaborate, alle più preziose alle più spiritose (e datemi retta: quando vi dicono che una cosa è "spiritosa", a meno che non abbia a che fare con il compleanno di un minore di anni dieci, significa che non la si può guardare).
I cartoncini bianchi semplici che avevo in mente mi sono sembrati di colpo nudi e inadeguati. “Devono essere speciali”, “devono parlare di te”, “devono stupire” dicevano convinte le future spose dai vari forum on line, descrivendo i loro cartoncini tempestati di swarovski, dipinti a mano con polvere d’oro, o le loro buste chiuse con le chele di un astice vivo.
Stavo quasi per comunicare ad Apprendista che avremmo dovuto vendere l’auto per comprare un centinaio di foglietti di carta quando ci ho ripensato: è vero che nei negozi si vedono anche partecipazioni bellissime, ma i miei gusti sono comunque molto classici e semplici, quindi in ogni caso non mi sarei orientata su qualcosa di troppo elaborato. Ho ripreso in mano i miei cartoncini avorio tagliati grezzi, ad un lato ho legato un nastrino di raso blu e ho fatto un bel fiocchetto. Semplicissimo. Ma mi piace.
Spesa prevista per 100 partecipazioni: 80 euro per cartoncini, inviti e buste, 20 euro di nastro. Alla stampa penserà Apprendista, e viste le prove che mi ha fatto vedere direi che devo preoccuparmi.
Intanto ho definitivamente deciso che tutto dovrà essere nei toni dell’avorio e del blu.


- consiglio della Strega 1: mi raccomando … se dovete fare dei "bei fiocchetti" cercate su internet come si fanno…troverete dei video davvero illuminanti e scoprirete che quelli che avete fatto finora vanno bene (forse) per le scarpe

- consiglio della Strega 2: in questo periodo ho guardato tanti siti, forum, guide, eccetra. Uno dei pochi che mi è piaciuto, che non mette ansia da prestazione, secondo me è questo: http://salvatelasposa.blogspot.com/



8 settembre 2011

La Strega Events, per servirvi

In pochi giorni, la risalita dal baratro e la riscossa. Bigliettini, fiocchetti, confettini, pizzi e cuoricini non mi fanno più paura. Li domino, li sbaraglio come niente. Fatevi pure sotto, commesse e sposine invasate del “giorno da favola”. Mi fate un baffo, ormai.
All’improvviso, la schiarita: mille piccole cose sono andate a posto nel modo più semplice possibile, erano già lì e semplicemente non le vedevo perché in questi mesi tutti quelli che mi dicevano “eh, no: è un matrimonio, deve essere speciale!” mi hanno creato una gran nebbia davanti agli occhi. E invece no: non deve essere tutto speciale, deve essere tutto CURATO!
E io sono capacissima di curare ogni singolo dettaglio, anzi sono quasi una malata dei dettagli, sono al limite del disturbo ossessivo compulsivo, lo ho scritto anche qui nel blog in tempi non sospetti: tutto perfettamente in ordine, e in perfetto accostamento cromatico, pure. Oppure una “perfettina tritapalle”, come preferisce teneramente definirmi il mio futuro sposo.
Nei prossimi post, direttamente dalla mia tabella excel “wedding planning – spese e promemoria”, una descrizione di come sto affrontando ogni singola incombenza, nella speranza che potrà essere utile a qualche futura lettrice in difficoltà.

1 settembre 2011

Questo matrimonio non s'ha da fare? (parte seconda)

Ogni atto che paia di per sé facilissimo e piacevole se devi metterlo in pratica per un matrimonio diventa complicato. Confezionare un regalino, scrivere un biglietto, comprarsi un vestito nuovo all'improvviso ti sembrano impegni meno allettanti che pulire i pavimenti.
E ovunque vai trovi membri di un esercito di commesse esperte che ti trattano come se fossi un bambino che vuole comprare un'astronave. "E quando...?" è la domanda di rito a cui devi rispondere se vuoi essere almeno presa in considerazione. A che stadio sei? Sembra di andare da un medico con un male gravissimo, a cercare di capire se qualcosina, forse, si può ancora fare.
E con i parenti, con i miei soprattutto, non va mica tanto meglio.
Sempre nell'intento di "portarmi avanti con le incombenze", comincio a chiedere a mia mamma di recuperare i certificati del battesimo e della cresima.
“Fammi pensare… quello della cresima dovrebbe essere nel secondo cassetto dell’armadio della camera da letto. Lo so perché ho sempre tenuto lì una delle bomboniere che ti ho fatto fare… erano così particolari… e anche il tuo vestitino, ti ricordi? Eri così carina che ti hanno fatto portare le offerte all’altare, ti ricordi che la bambina dietro di te, che portava il cero, ti stava incendiando i capelli?”
“e quello del battesimo?” cerco di arginarla io, che non ho particolarmente voglia di ricordare di quando ho rischiato di essere arsa viva in chiesa, nel giorno della mia cresima.
“Quello del battesimo non ho proprio idea. Se non lo sai tu dove l’hai messo, è roba tua.”
Ecco: lasciamo stare anche i documenti. Me ne vado prima che tenti di ricordarmi di quando finito il battesimo mi sono infilata il certificato nel pannolino e poi sono andata al bar a farmi uno Spritz con amici e parenti.

30 agosto 2011

Questo matrimonio non s'ha da fare? (parte prima)

Ok. Posso farcela. Mi hanno solo colta di sorpresa, hanno provato ad affossarmi, stavano quasi per lanciarmi un maleficio ma ecco che sto cominciando a reagire. La Strega ce la può fare. La Strega ce la fa.
Hanno iniziato quelli della finanziaria, che hanno abolito tutte le festività non religiose. Che già lavorare al 25 aprile e al 1 maggio per meglio ingrassare le loro chiappone non sarà piacevole, ma se poi una poveretta aveva fissato per una di queste suddette festività la data del tanto sospirato sposalizio, ecco che il fatto diventa una tragedia. Chiesa scelta, ristorante prenotato, e ora che si fa? La gente deve lavorare, tutti a ingrassare le chiappone dei politiconi, quindi è ovvio che occorre spostare la data, ma chissà se si trova ancora posto. Alla fine il prode Apprendista con abili telefonate è riuscito a ottenere un’altra data. Un sabato, che dovrebbe rimanere dove sta almeno per un po'.
Abbiamo poi avuto la malaugurata idea di andare a vedere carte, buste e fiocchi per le partecipazioni. Stavamo per prendere un pacchetto di biglietti molto minimal chic quando ci siamo accorti che il prezzo non era per il pacchetto intero, era per un singolo minimal cartoncino.
Vado allora alla bottega solidale, pensando che se devo svenarmi almeno non sarà a tutto vantaggio della cartolaia ma che un intero villaggio del Bangladesh potrà vivere nell'opulenza grazie alle nostre partecipazioni di nozze. Ed è qui che mi propongono la carta ricavata dalla cacca di elefante. Ora. Io amo gli animali, e questo si sa. Sono anche poco schizzinosa. Non mi piacciono gli eccessi di ricercatezza. Eh, ma le partecipazioni di nozze fatte di merda però no, eh.

28 luglio 2011

Streghe moderne, riti magici e riproduzione

Uno dei Sommi Misteri su cui devono lambiccarsi il cervello Streghe della mia generazione è sicuramente quello che riguarda la Riproduzione delle Streghe stesse.
Quando sono ancora alla Scuola per giovani Streghe, solitamente poco prima della partenza per la gita scolastica di tre giorni, arriva in classe una Grande Maestra mandata dal Consultorio. Questa saggia signora rende edotte le Streghette tutte sui concreti rischi che si corrono frequentando lo sbarbatello spinellaro della calsse di fianco. Il maleficio della Riproduzione è costantemente in agguato, basta un attimo di distrazione e zac! Occorre restare concentrate, studiare libroni di fisiologia, prendere pillole multicolori. E soprattutto, appena lo sbarbatello ti rivolge la parola devi fargli mettere un gran bel preservativo: questo è il solo rituale che potrà salvarti.
Poi la Strega cresce, sbarbatello dopo sbarbatello, spinellaro dopo spinellaro, trova un bel giorno un ragazzo a modo. Ed è a questo punto di solito che torna la Grande saggia del Consultorio. A spiegarti che quello della Riproduzione è un Incantesimo complicato, che può avvenire solo una volta su ottocento, quando la Luna e il Sole sono allineati con il cancello di casa e le scimmie dell'Amazzonia ballano il tango. Occorre restare concentrate, studiare libroni di fisiologia, prendere pillole multicolori...  
   

11 luglio 2011

Eccessi e pentimenti

A Casetta di Streghe, distese in giardino a panciainsù, stamattina le Candistrega si lamentano:
"uhhhcchemaldipancina! uhh poverina me chemalechemale!"
"ahi ahi, Pasticcia, poverette noi... forse abbiamo esagerato ultimamente..."
"beh, domenica scorsa c'era la grigliata in giardino. Quando c'è la grigliata in giardino si sa com’è: uno spiedino di qua, una costina di là..."
"sì, ma poi il lunedì..."
"il lunedì era il mio compleanno! C-O-M-P-L-E-A-N-N-O: c'era la zia... ci resta male la zia se non mangiamo la torta di compleanno!"
"eh, ma poi l'onomastico addirittura...!
"quanti cagnini conosci che hanno l'onomastico? almeno una tazzetta di latte coi biscottini, a onor della Santa..."
"ecco allora magari sabato, alla grigliatona con i vicini ..."
"lì la colpa è stata tutta della Strega: se non vietava a tutti di darci da mangiare, nessuno sarebbe stato costretto ad allungarci i salsicciotti di sotto al tavolo."
"vero; anche ieri a pranzo per darmi un po' di formaggino in pace hanno dovuto allontanarla!"
"Anche tu hai avuto il formaggino, Brodina? Sicuro è quello che ci ha fatto poco bene..."

31 maggio 2011

L'attestato di Fidanzati

Corso fidanzati quasi finito, speriamo di essere promossi! E' stata senz'altro un'esperienza interessante, nonché una notevole botta di vita per noi di Casetta di Streghe che la sera non si esce quasi mai e gente se ne vede pochina. Per due mesi abbondanti, una cinquantina di persone, una sera a settimana, esclusa pastasciuttata domenicale all'oratorio.
Sono rimasta piacevolmente colpita dai sacerdoti che hanno organizzato gli incontri, dal loro modo concreto e pulito di affrontare anche argomenti faticosi per la chiesa, dalla loro disponibilità verso chi la pensa in modo dverso e dal loro impegno pratico verso quella che chiamano "la comunità".
Anche i nostri compagni di corso mi hanno colpita. Eccome. Dopo un inizio di lunghi silenzi imbarazzati, col procedere degli incontri il desiderio di mettersi in mostra delle giovani coppie è andato via via aumentando, e chi era appena in grado di mettere in fila quattro parole e di coniugare un verbo non ha esitato a tenere banco raccontando dettagli intimi, problematiche sanitarie, losche vicende familari. E tutti ostentavano Amore, l'unico pronome consentito era "noi".
Io e Apprendista abbiamo fatto la solita figura dei musoni che se ne stanno sulle loro. Però alla pastasciuttata lui ha scodellato il sugo per tutti, e io ho mangiato ben tre fette di torta, sorridendo felice. Quindi credo che alla fine saremo promossi anche noi.
Ora ci resta da capire quanto tempo vale l'attestato di Fidanzati e se è intestato alla coppia o è nominativo, ovvero valevole anche con un eventuale altro partner che dovrà provvedere a farsi il corso per conto suo. Quasi quasi all'ultimo incontro alzo la mano e domando...


28 marzo 2011

Desideri da esprimere: suggerimenti cercasi, massima urgenza

Le Streghe esistono, e questo è un fatto. Esistono pure le creature che esaudiscono tutti i desideri, tipo genio della lampada per capirci, anche se possono assumere le fattezze più impensate e bisogna essere molto brave a riconoscerli e a sfruttarli fintanto che è possibile. Vi racconto come ho acciuffato il mio.
Ieri sera io, Apprendista, Brodina e Pasticcia tornavamo a casa in macchina dopo una visita domenicale al parentame vario. Accorgendomi che eravamo in riserva, ho intimato ad Apprendista di fermarsi a fare benzina. Con tono tra il petulante e l’isterico, in verità.
Apprendista subito reagisce seccato e dice di non impicciarmi, che il computerino dà oltre 100 chilometri di autonomia, e casomai ci fermeremo dal distributore in autostrada.
Breve discussione sul fatto che io sono isterica e petulante, che lui è burbero e zuccone, eccetera eccetera. Prove del matrimonio, insomma. In autostrada si ferma dal distributore, vede che c’è da fare la fila e decide di proseguire fino alla successiva stazione di servizio nonostante le mie rimostranze.
Dopo pochi chilometri la macchina inizia a borbottare ed eccoci lì: fermi, in piazzola di sosta, in mezzo a un’autostrada, di notte, con la pioggia.
Non mi sono mica arrabbiata. Non ho fatto scenate mentre attendevamo soccorsi. Ho sorriso, e un lampo maligno ha brillato negli occhi della Strega, che ha riconosciuto il suo nuovo Genio che esaudisce i desideri.
Dunque, per ora siamo rimasti a: taglio completo e accurato del prato in giardino e potatura siepe, con pulizia area circostante; miglioramenti strutturali del recinto della tartaruga; pulizia vetri e pavimenti; passeggiate mattutine delle Candistrega…
Se Apprendista prova a fare obiezioni basta uno sguardo, e subito si zittisce. Una meraviglia.
Siccome so che il sortilegio durerà poco, secondo me al massimo altre 24-48 ore, avete mica da suggerirmi altri desideri a breve scadenza da esprimere?

 

22 marzo 2011

Prova d'amore?

È incredibile come sia arduo convincere un uomo a modificare una sua cattiva abitudine mentre sia facilissimo dargli il cattivo esempio.
Sono mesi che supplico Apprendista di chiudere le ante degli armadietti dopo aver preso qualcosa, di piegare l’asciugamano dopo averlo usato, di non lasciare le briciole sul tavolo. Niente. Inutile. Come fossi muta e trasparente. Farei prima a insegnare le tabelline a Brodina. 
Poi, un giorno che il contenitore dei panni sporchi non è al suo posto, mi vede uscire dalla doccia e buttare per terra in un angolo calzini, mutande e maglietta. Sembra che mi veda per la prima volta, che si ricordi perché dopotutto si innamorato di me e perché è un uomo tanto fortunato ad avermi nella sua vita. Da allora, per rendermi omaggio, butta per terra calzini e mutande.

18 febbraio 2011

Ce la faremo. Ma sarà molto molto complicato.

Strega e Apprendista sul divano. Alla TV “Romanzo Criminale”, serie sulla banda della Magliana che in questi mesi sta appassionando Apprendista e Pasticcia e che quindi io e Brodina siamo costrette a vedere. Tutta. Più e più volte perché abbiamo scaricato le puntate. Tutte.
Per evadere cinque minuti dall’ambientino di rapine, spaccio, omicidi e sequestri che si è venuto a creare nel nostro salotto provo a parlargli delle nostre future nozze.
Mi sto informando bene, comincio. Ma lo sai che dovremo pensare a robe assurde, tipo ai nomi da dare ai tavoli in modo che la gente li riconosca e si sieda al posto giusto? Io mi metto al tavolo con le mie amiche, tu con chi vai?
I nomi ai tavoli? E che nome si può dare a un tavolo?
Ho letto che bisogna dare dei nomi che riprendano il tema del matrimonio, qualcosa che ci piace. Non so, nomi di fiori, frutta, animali…
Apprendista esulta: “Er Dandi”, “Er Libanese”, “Er Freddo”, “Er Capece” …
Ecco. Peccato che i centrotavola di cocaina sarebbero troppo costosi sennò potremmo pensarci sul serio.

9 febbraio 2011

Di religione e di politica

Ma allora siamo sicuri in Chiesa? Mi chiedeva Apprendista qualche giorno fa.
Beh, molti preferiscono sposarsi in Chiesa. Io e Apprendista abbiamo fior di amici mangiapreti che se vedono un crocefisso reagiscono vomitando verde come nell’esorcista e che però non hanno voluto rinunciare alla suggestiva ambientazione. O che non hanno avuto il coraggio di deludere nonna, già seduta in prima fila a sgranare il rosario per quella nipote che ormai aveva passato i trenta e solo un miracolo della Madonna degli Impossibili ha fatto sì che non restasse zitella.
Ecco io purtroppo la nonna non ce l’ho più e comunque, pur essendo la mia una nonna tradizionale, credo che per me e mia cugina le sia sempre premuto più che altro che raggiungessimo l’indipendenza economica. Si vede che è rimasta traumatizzata dal divorzio della mia mamma. Mia madre dal canto suo, pur non essendo per nulla tradizionale, sostiene che tutte quelle pagliacciate di carrozze, navate, castelli e veli bianchi dovrebbero essere riservate alle principesse di comprovata illibatezza. Sarà anche lei traumatizzata dal divorzio.
Io in Chiesa ci vado quasi tutte le domeniche, non condivido tutto ciò che mi viene detto ma comunque mi sembra di trarne sempre qualcosa di buono e rigenerante. Apprendista è un po’ meno costante, ma qualche volta mi accompagna. Non siamo illibati, su questo devo essere sincera.
E se non in Chiesa dove? Gli chiedo io. In municipio? Qui al paesello?
Ci guardiamo, e in un attimo abbiamo preso la decisione.
Il fatto è che qui abbiamo un sindaco leghista. Che per qualche giorno ha anche spopolato nei tiggì nazionali grazie ad una delle notevolissime iniziative leghiste, di quelle che riescono a portare i cinque minuti di notorietà anche ai paeselli sperduti come il nostro.
Se ci trovassimo a sposarci davanti a quel sindaco gli sputeremmo. Verde, come nell’esorcista e come la sua cravatta.

4 febbraio 2011

Il colmo per un amministratore di condominio?

Pronto Signor Amministratore… un vicino mi ha detto che domani ci sarà una riunione di condominio.  Come mai io non ho ricevuto l’avviso?
Non ha ricevuto la raccomandata? Mi sembra strano… aspetti che verifico. Lei è La Strega di Condominio di Streghe via dei Mostri angolo via dei Folletti?
Beh, sì, sarebbe via dei Folletti 77…
Ah! Ecco. Allora abbiamo sbagliato l’indirizzo.

23 gennaio 2011

L'han fatto tutti, ce la faremo anche noi

Eccomi di nuovo qui. Lo so che sparisco per lunghi periodi, vado e torno quando voglio, manco questo blog fosse un albergo. Sono tremendamente incostante, potrebbe confermarvelo anche la mia istruttrice di g.a.g. che non mi vede da settimane. Del resto scrivere un blog deve essere un piacere: nessuno mi paga e nessuno mi obbliga!
Veniamo al dunque: dopo aver accantonato per un periodo la questione sposalizio (anche il matrimonio deve essere un piacere: nessuno ci paga e nessuno ci obbliga) nelle ultime settimane abbiamo ripreso l'argomento e forse finalmente qualche idea comincia a prendere forma...
- QUANDO: considerando che non vogliamo corrrere, che vogliamo fare il corso con il prete del nostro paesello che inizierà in primavera, che per problemi lavorativi il viaggio di nozze dovrà coincidere con l'unica nostra vacanza, sommando questo e quello siamo arrivati ad aprile 2012. Manca un sacco di tempo ma nessuno ha fretta, a parte mia mamma che mi ha chiesto se ho presente quanti anni ho...
- DOVE: sicuramente qui al paesello, su questo nessun dubbio.
- CHI: alla fine abbiamo (in effetti sarebbe più onesto dire ho) optato per il ricevimento, che sarà il più possibile informale. Io inviterò solo amici e nessun parente a parte mia mamma e Apprendista farà inviti un po' più tradizionali. Da una prima sommaria stima dovremmo riuscire a stare sotto le 100 persone, compresi noi e le Candistrega. Sembrano tantissimi ma è incredibile come un invitato tiri l'altro...
- COME: semplice, informale, senza sfronzoli e sfriccioli. Come fosse una festa di compleanno. Non deve essere né "un giorno da favola" né tanto meno "il giorno più bello". Solo una festa, e speriamo di divertirci un po'. Niente abito lungo da Cenerentola, niente entrate trionfali, niente di niente.
Pranzo in agriturismo, buon cibo e buon vino, magari un po' di musica, che io e Apprendista un tempo andavamo a ballare... e basta. Niente fotografi, filmini, sfilate, auto, carrozze o zucche.
Ecco, l'idea che sta prendendo forma è più o meno quella di una festicciola di campagna senza pretese. Che se tutto va bene può sempre trasformarsi in una baldoria da bettola malfamata...